Juventus, Sarri al debutto: «Non sento l'esordio, bello partire da Firenze»

Sarri al debutto: «Non sento l'esordio, bello partire da Firenze»

di Alberto Mauro
TORINO – Dice quello che pensa, e lo fa con semplicità e sincerità rare nel mondo del calcio. Maurizio Sarri si riprende la Juve a modo suo, toni bassi e parole dirette. “Potete abbassare le luci per favore” chiede appena seduto in sala conferenza, le luci della ribalta non le ha mai amate. Ma dopo due partite senza panchina è ora di tornare in plancia di comando, e per capire quanto conti questo momento basta una metafora. “Per un allenatore panchina e allenamenti sono la vita. Non è semplice stare fuori, ringrazio lo staff medico che mi ha coccolato per 20 giorni. Paura dell’esordio? Paura ce l’avevo 20 giorni fa quando non respiravo benissimo. Tornare in panchina a Firenze, 10 minuti da casa mia, mi fa estremamente piacere”.

IL TURNOVER PUO’ ATTENDERE – “Non è una situazione ma una scelta che crea imbarazzo quella di dover fare dei tagli in una rosa ampia. Non è semplice ma indispensabile. Può essere condivisibile o meno, non mi fa piacere lasciare fuori qualcuno. Una rosa ampia è una sfortuna ma anche una fortuna. Turnover? Al Chelsea ha scelto una rotazione decisa, all’inizio soprattutto in Europa League. Ben 18 giocatori hanno chiuso la stagione con più di 2000 minuti. Dalla prossima settimana si inizia a ruotare anche qui; in questo momento non siamo pronti per un turnover feroce”.

EMRE CAN E RAMSEY – “Quando un giocatore subisce una scelta del genere è chiaro che può essere in disaccordo, c’è l’aspetto emozionale, deve buttare fuori tutto per poi affrontarlo in un contesto più sereno. Ho l’età giusta per capire certe reazioni. Ramsey? Infortunio non banale, fino a 10 giorni fa era molto indietro, lo vedo interno di centrocampo. Vice Pjanic? Bentancur può garantire due ruoli, interpretazione migliorabile ma le sensazioni su di lui sono molto forti”.

IDENTITA’ – “Penso al campionato, da domani sera penseremo alla Champions. La squadra deve trovare identità e diventa difficile fare rotazioni. Poi nel giro di 10 giorni diventeranno indispensabili. Abbiamo tanti giocatori che negli ultimi mesi hanno giocato pochissimo tra infortuni e il resto. Ho detto ieri in campo che mai nella mia carriera ho visto giocatori rimasti durante la sosta lavorare così bene. La squadra ha una sua filosofia e sue caratteristiche, non voglio andare contro le caratteristiche dei miei giocatori. Voglio che segua le mie idee di principio, ma non deve diventare una replica di squadre passate”.

VEDI NAPOLI – “Non ho mai pensato che le vittorie delle Juve negli anni scorsi fossero figlie di fortuna, ho sempre detto che la Juve era la squadra più forte. Poi si può discutere di episodi. A Napoli ho perso campionati a -10 e lì gli episodi non contano, a volte invece siamo arrivati più vicini, e in quei casi gli episodi contano di più. Contro il Napoli abbiamo avuto un calo mentale, non fisico, abbiamo perso palle con superficialità. Se aspetti dentro l’area rischi grosso. Come l’ho vissuta? Come un pesce nell’acquario. Spiaciuto per Koulibaly, abbiamo vinto per un episodio una partita che meritavamo di vincere”.

NONNA VIOLA – “Mia mamma non è rimasta contentissima della mia scelta di andare alla Juve, mia nonna abitava 500 metri dal Franchi. La fede della mia famiglia era viola, ho mille ricordi intorno allo stadio, ora vedo solo l’ultimo: ci ho lasciato uno scudetto. Voglio sostituirlo con un ricordo positivo”.

PIPITA E MANZO – “Higuain non ha giocato mai nell’ultimo periodo al Chelsea. Qui gioca non per rapporti personali ma perché in allenamento ho visto cose importanti. Mandzukic probabilmente in allenamento mi ha fatto vedere qualcosa in meno. Matuidi è importante, ha dinamismo e attenzione e si adatta meglio a quello che succede davanti. CR7 è il più forte al mondo, ha bisogno di libertà che gli deve dare chi gli gioca accanto”.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Settembre 2019, 20:56

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