Roma, in Campidoglio plastica ovunque. Altro che plastic free, plastic sì

Roma, in Campidoglio plastica ovunque. Altro che plastic free, plastic sì

di Michela Poi
Quando il Campidoglio prometteva il plastic free, forse intendeva plastica gratis per tutti. Bottigliette, piatti, posate. C’è proprio tutto. Il bar dell’amministrazione capitolina è l’incubo di ogni ambientalista, a discapito di tutti i proclami. Plastica dappertutto nel posto più istituzionale della Capitale. Eppure la sindaca Virginia Raggi aveva promesso di dare il buon esempio ai cittadini solo pochi mesi fa, quando aveva annunciato l’accelerazione della pratica di “deplastificazione”. «A Roma sarà vietata quella monouso», aveva dichiarato riguardo all’emergenza rifiuti dopo l’ennesimo rogo ad un impianto Tmb. E la proposta del consigliere 5stelle Pietro Calabrese, approvata il 7 marzo scorso, era stata altrettanto chiara: eliminare l’uso della plastica da ogni sede, ufficio ed esercizio pubblico di Roma Capitale entro 60 giorni. Da allora, nulla è cambiato. Niente distributori di acqua microfiltrata, niente stoviglie in acciaio, niente di niente. 

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Se ci si avvicina al bancone del bar all’ora di pranzo, la prima cosa che salta all’occhio è proprio la pila di contenitori in plastica trasparente. Piatti accatastati l’uno sull’altro, in bella vista, a disposizione di consiglieri e dipendenti. Accanto, immancabili, decine di posate in plastica all’interno di altrettante bustine di plastica. Come chicca finale: pane servito in bustine dello stesso materiale. A fine pasto, poi, il tutto rimane abbandonato sui tavolini e gettato alla rinfusa nei contenitori della raccolta differenziata. Plastica nella carta. Umido un po’ ovunque. Insomma, un tripudio di materiale inquinante da film dell’orrore.
 
 


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E pensare che solo due giorni fa sul profilo social della Raggi compariva un orgoglioso annuncio. «Abbiamo riciclato 350 mila bottiglie in sole sei settimane», aveva scritto su Facebook riportando i risultati raggiunti grazie alle macchinette mangiaplastica nelle stazioni metro. Per ora dei proclami della sindaca rimane solo un cartello sbiadito con scritto: «plastic free». Chissà cosa ne direbbe Greta Thunberg. Fortuna che è dall’altra parte del mondo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Settembre 2019, 16:48
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