Angelo Mai, l'ex sede occupata oggi produce musica e cultura

Godano, Bastreghi, Capovilla nella nutrita line up di apertura dell'Angelo Mai di Roma

di Emiliana Costa
Una no-stop di musica e teatro nel segno dell’integrazione con tanti artisti che si alterneranno sul palco ctra quali Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori, Cristiano Godano cantante dei Marlene Kuntz, Rachele Bastreghi dei Baustelle, Rodrigo D’Erasmo, Roberto Dell’Era e Fabio Rondanini degli Afterhours, Eva Pevarello da X Factor e l’autore e regista Davide Enia. Sarà questa la serata di arte e musica che celebrerà l’inizio della stagione culturale dell’Angelo Mai, quest’anno dedicata al tema dei migranti e dei salvataggi nel Mar Mediterraneo.

E domani sera, 13 settembre,  la storica location a viale delle Terme di Taracalla a Roma riapre i battenti con la Festa delle Domande. Si tratta di una iniziativa, lanciata insieme a Progetto Diritti Onlus - l’associazione di avvocati impegnati nei diritti umani, protagonista della risoluzione del caso Open Arms - per tenere alta l’attenzione sulla tragedia delle morti in mare, ricordando l’importanza della solidarietà umana. Il Collettivo riparte dunque da una serie di domande che ogni artista dovrebbe porsi di fronte a una tale tragedia, tra cui Come capirsi comunque nel cuore, senza capirsi a parole? Quesiti tratti da una riflessione della scrittrice francese Héléne Cixous. La serata, che inizierà alle 19, sarà impreziosita da un’installazione dell’artista Cristiano Carotti: tre scialuppe di salvataggio, in alluminio, della lunghezza di tre metri.

La storia dell’Angelo Mai parte quindici anni fa. «La prima volta che abbiamo occupato - spiega la co-fondatrice Silvia (che in linea con il passato da occupante chiede di non citare il cognome, ndr)- era nel 2004 a Monti, l’ex istituto Angelo Mai, da cui abbiamo preso il nome. Un’occupazione straordinaria di due anni. All’epoca non c’erano i social e siamo riusciti a riunire migliaia di persone con il passaparola». Poi il primo sgombero nel 2006. «Eravamo in trattativa per il nostro attuale spazio alle Terme di Caracalla, ma non avevamo ancora l’assegnazione. Poi l’abbiamo ottenuta, ma il posto ci è stato consegnato tre anni dopo. Non c’era nulla, abbiamo costruito tutto noi». Nel 2014 e nel 2018, il secondo e terzo sgombero. «La questione è burocratica, ma abbiamo sempre risposto con eventi culturali. Quest’anno – conclude - rilanciamo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Settembre 2019, 09:00
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