Bibbiano, alla psicologa ai domiciliari incarico per seguire bimba: «510 euro per due sedute»

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Doveva curare una bimba, ma era ai domiciliari: continua la polemica su Bibbiano e sulla vicenda legata all’inchiesta Angeli e Demoni, su presunte irregolarità negli affidi nella Val d’Enza. Una delle psicologhe coinvolte, Nadia Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, indagato anche lui, una settimana dopo l’arresto (lo scorso 27 giugno) avrebbe ricevuto un incarico per seguire una bambina tolta alla sua famiglia e affidata ad una comunità nel parmense.

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L’incarico le sarebbe stato affidato dal dirigente dell’unione dei Comuni dell’Area Nord di Modena, in barba alla sua situazione giudiziaria: la Bolognini era infatti ai domiciliari (lo è tuttora) e lo scandalo era ampiamente esploso sui media. Incarico da due sedute di psicoterapia di un’ora e mezza l’una (170 euro l’ora), per un totale di 510 euro.

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TRE NUOVI INDAGATI Si è aperto così un nuovo filone dell'inchiesta 'Angeli e Demoni', con tre nuovi indagati: sono tre persone che sono accusate di abuso di ufficio, in seguito alle notizie sugli incarichi affidati alla psicologa. Bolognini è la moglie di Claudio Foti, della onlus piemontese Hansel & Gretel: la vicenda era stata segnalata da consiglieri di Forza Italia Modena Antonio Platis e Mauro Neri che hanno annunciato esposti alla Corte dei conti e una segnalazione alle Procure di Modena e Reggio Emilia. Tra le due Procure emiliane, che coordinano le indagini dei carabinieri, è previsto a breve un incontro per stabilire come proseguire su questo versante investigativo ancora tutto da sviluppare.

Forza Italia, che ha fatto un accesso agli atti, ha parlato di un incarico 'mascherato' e di una determina 'retroattiva' con cui l'amministrazione, ha scritto il partito «impegna i fondi, 13.589 euro, dal 1 giugno 2019». Aumentando, in modo retroattivo, appunto, l'importo a una casa famiglia «da 110 a 127 euro al giorno per coprire i maggiori costi per le sedute della moglie di Foti (170 euro all'ora). Tecnicamente - proseguono - siamo davanti ad un debito fuori bilancio, perché mai e poi mai una Amministrazione pubblica può impegnare soldi per prestazioni effettuate nel passato».

LA REPLICA: "INCARICO REVOCATO" Intanto, l'Unione dei Comuni ha precisato che quando scoppiò l'inchiesta l'incarico venne revocato. «Con decisione congiunta del Servizio Minori e del Servizio di Neuropsichiatria dell'Ausl di Modena, Distretto di Mirandola, il 2 luglio 2019 è stata annullata l'integrazione del progetto e, conseguentemente, della retta». La data del 3 luglio riportata sulla determina, prosegue il Comune, «è posta in automatico dal sistema di gestione degli atti», ma all'atto «non è stata data alcuna esecuzione in quanto sospeso nei suoi effetti due soli giorni lavorativi dopo la notizia dell'inchiesta». Dunque nessun incarico, secondo i Comuni, venne più affidato a Bolognini, figura importante nell'inchiesta esplosa il 27 giugno.

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Era in uno di questi dialoghi che Bolognini cercava di far sparire dai ricordi di un ragazzino il proprio genitore naturale: «È come se dovessimo fare un funerale!», le sue parole. Bolognini chiedeva al giovane paziente di ricordare «quando il padre lo umiliava» e così facendo, secondo il Gip, gli stava inducendo falsi ricordi. Poi, per ottenere l'obiettivo di farlo diventare diverso dal padre, gli diceva: «Dobbiamo fare una cosa grossa.. Sai qual è? Gli psicologi la chiamano elaborazione del lutto (...) Dobbiamo vedere tuo padre nella realtà e sapere che quel papà non esiste più». 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Agosto 2019, 11:16
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