Milano, donna aggredita con un coccio di vetro in centro. L'arrestato: «Sento delle voci nella testa»

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«Sento nella testa una marea di voci che mi fanno star male. Non sto per niente bene. La mia mente è stata presa. Non ricordo di aver visto, né aggredito nessuna donna in strada». E quanto ha detto il trentenne , interrogato oggi dal gip di Milano Guido Salvini, da ieri in cella per tentato omicidio per aver aggredito, in pieno centro città, una donna di 64 anni e averla ferita con un coccio di una bottiglia di birra in varie parti del corpo. Il giudice, che ha convalidato l'arresto e disposto il carcere, nel provvedimento ha sottolineato come l'uomo, originario del Bangladesh, anche nel corso dell'interrogatorio di oggi pomeriggio, abbia tenuto un «atteggiamento passivo e in parte assente come se la sua mente fosse occupata da altri pensieri». Per il magistrato «tale atteggiamento è indicativo del fatto che egli sia stato in preda ad una crisi psicotica (si ponga attenzioni alle 'voci dentro la testà) che probabilmente renderà necessaria nel corso delle indagini una perizia psichiatrica».
 
 


Milano, donna ferita gravemente da un passante con un coccio di vetro​

l gip, nella sua ordinanza, ha inoltre sottolineato come risulti «poco chiaro perché l'indagato, che aveva già dato luogo (..) ad atti di violenza sia in strada sia presso la Questura, sia stato lasciato privo di controllo presso l'ospedale Fatebenefratelli ove era stato portato in ambulanza. Dall'ospedale - scrive il giudice Salvini - egli ha potuto allontanarsi prima di essere sottoposto alla visita psichiatrica a seguito della quale egli sarebbe stato certamente sedato e ha commesso poi il fatto per cui si procede». L'ordinanza, oltre a ricostruire la drammatica aggressione della donna, ripercorre infatti anche gli spostamenti dell'uomo: era stato fermato la notte precedente da una Volante in via Natta mentre alla fermata degli autobus aveva aggredito senza ragione un altro immigrato. Stessa cosa in in Questura «nella camera dei fermati» dove le 'vittimè sono stati altri stranieri fermati e poi nell'Ufficio Immigrazione dove si sarebbe scagliato contro alcune persone presenti.

Infine, dal Fatebenefratelli, dove era stato accompagnato per una visita psichiatrica, «dopo una breve permanenza si era allontanato rendendosi poi responsabile dell'aggressione» alla signora che stamani è stata dimessa dall'ospedale con una prognosi di 35 giorni dopo che i medici le hanno suturato le varie ferite.
Ma di tutto ciò il trentenne, che nell'ultimo periodo ha dormito in Stazione Centrale e ha una moglie che vive a Bruxelles e che non sente da tempo, non ha saputo dire quasi nulla. Infatti oggi, durante l'interrogatorio, ha spiegato al gip: «Non mi ricordo cosa sia successo ieri. Ho un forte mal di testa. Sono stato in ospedale, dove mi sono recato da solo; anzi, sono andato con qualcuno. Sono stato anche dalla Polizia, ma non ricordo il motivo. Avevo bevuto, ma non ricordo il nome della bevanda alcolica». E ancora: «Volevo andare a Parigi per lavorare lì. Non ricordo proprio niente circa una donna con cui ieri avrei litigato. Sento nella testa una marea di voci che mi fanno star male; non sto per niente bene. La mia mente è stata presa».(

Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Agosto 2019, 19:12
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