Governo, cosa succede ora? Elezioni a ottobre: tre date utili

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Quando si andrà a votare? Questa era la domanda che tutti si facevano ieri dopo che la situazione è precipitata e la crisi di governo è apparsa inevitabile. Prima però bisognerà comprendere come si svilupperà il percorso parlamentare, visto che non ci saranno le dimissioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ecco, allora, che dovrà essere votata la fiducia dal Parlamento. La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha convocato la riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio lunedì 12 agosto. Il dibattito e il voto alla Camera si terrà probabilmente dal 19 agosto in poi. 

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Se non ci saranno sorprese, la sfiducia porterà poi alle dimissioni del premier e all'indizione delle elezioni. All'orizzonte c'è una lunga campagna elettorale, che caratterizzerà le vacanze degli italiani e li accompagnerà anche al rientro, mentre il voto per le politiche andrà a interessare direttamente le prime settimane dopo la riapertura delle scuole. La prima data utile è il 13 ottobre, ma in realtà anche le due domeniche successive (20 e 27) sono indicate come possibili. Restano alcune incognite, come la nomina del membro italiano nel nuovo governo europeo guidato dalla neopresidente Ursula von der Leyen.

Cosa accade se il premier si dimette?
Nel caso di dimissioni del presidente del Consiglio, il governo resta in carica, ma solo per l’ordinaria amministrazione, fino a dopo le elezioni, vale a dire fino a quando non si sarà insediato l’esecutivo successivo. Se le dimissioni del presidente del Consiglio vengono presentate prima del passaggio in Parlamento, si parla di una crisi extraparlamentare. Le conseguenze possono essere varie: il presidente della Repubblica può rinviare il governo alle Camere, nominare un nuovo presidente del Consiglio o sciogliere le Camere e convocare nuove elezioni.

Potrebbe nascere un altro governo?
In teoria certamente si. L’Italia è una Repubblica parlamentare e dunque è in Parlamento (entrambe le Camere devono dare la fiducia al governo come ha ribadito l’esito del referendum del dicembre 2016) che si formano le maggioranze sulla cui base nascono i governi. Ovvio però che le maggioranze nascono sulla base di un progetto politico. Fallito quello basato sulla collaborazioneM5S-Lega è ipotizzabile che nasca unamaggioranza Pd-M5S pure numericamente possibile? Non pare ce ne siano le condizioni politiche. 

Se si torna alle urne, quali sono i tempi?
Se si andrà alla crisi a metà agosto, le urne, considerando i tempi necessari per gli italiani all’estero, dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza. In questo caso sono tre le date indicate come possibile per andare a votare alle elezioni politiche: il 13, il 20 o il 27 ottobre. Tutto però dipende dai tempi del dibattito parlamentare, vale a dire dal giorno in cui il presidente del Consiglio si presenterà alla Camera per verificare se esiste ancora una maggioranza. Salvo che non decida di dimettersi prima.

Quali sono i passaggi alle Camere?
Conte dovrebbe presentarsi alla Camera la prossima settimana. Prima deve esserci la convocazione di una conferenza dei capigruppo: potrebbe avvenire già oggi,ma l’ipotesi più probabile è il 13 agosto. Il dibattito e il voto sul governo Conte dovrebbero tenersi aMontecitorio il 20 e il 21 agosto: se ci sarà la sfiducia, il premier salirà al Quirinale per rimettere il mandato. Scatterebbero così le consultazioni da parte del presidente della Repubblica. SergioMattarella potrebbe affidare mandati esplorativi ai vertici del Parlamento.

Che succederà sul fronte di Bruxelles?
Il primo nodo da sciogliere nei rapporti fra Italia e Commissione Ue sarà quello della nomina del membro italiano del nuovo governo europeo che la neopresidente Ursula von der Leyen si appresta a varare. Il termine ultimo per l’indicazione di un nome a Bruxelles da parte del governo di Roma è il 26 agosto. Il governo Conte, che in caso di sfiducia rimarrebbe comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti, dovrebbe continuare a gestire il dossier avviato con il recente incontro avvenuto fra Conte e la von der Leyen.

Che fine farebbe il taglio dei parlamentari?
A meno di improbabili colpi di scena il progetto di legge costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari pare, alla luce degli ultimi eventi, destinato a finire nel nulla. Come tutte le leggi costituzionali anche questo progetto ha bisogno di quattro approvazioni (due della Camera e due del Senato) sullo stesso testo. Il taglio (i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200) era in attesa della quarta lettura ed era prevista per il 9 settembre alla Camera. Difficilmente questo passaggio potrà essere rispettato. 
 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Agosto 2019, 14:05
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