Tav, maggioranza si spacca. No a mozione M5S, passa quella Pd. Salvini, colloquio a palazzo Chigi con Conte
E, dopo le due tappe di oggi, Salvini annulla altre due tappe 'dell'Estate italiana tour', in programma per domani in Abruzzo. Il vicepremier e ministro dell'Interno ha cancellato sia il comizio a Fossacesia Marina alle 10 sia quello si San Salvo Marina alle 17. Resta invece confermato al momento l'appuntamento di domani sera alle 21.30 a Pescara.
Conte rinvia la conferenza stampa di domani. La conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fissata per domani alle 11 a Palazzo Chigi, è rinviata a data da destinarsi. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi.
Intanto il Pd, a sua volta attraversato da divisioni interne, incalza: Nicola Zingaretti chiede a Conte di prendere atto di non avere più una maggioranza e di salire conseguentemente al Colle. Sono cinque le mozioni che alla fine vengono messe ai voti (una, di Leu, è preclusa) e il risultato descrive un Parlamento pro Tav: sono 181 i sì a favore e 109 quelli contrari. Dopo giornate di tentennamenti e consultazioni trasversali, i due blocchi si consolidano a ridosso del voto: il Pd taglia a tre righe il proprio dispositivo ripulendolo dagli attacchi al governo e rendendolo votabile per la Lega. Anche Bonino, FdI e FI si associano e scatta il patto: i gruppi favorevoli sono pronti a schierarsi a sostegno dell'opera. C'è chi si dissocia, come il dem Tommaso Cerno che vota con i 5S, chi come Luigi Zanda avrebbe preferito uscire dall'Aula e far emergere ancora più chiaramente l'immagine di un Esecutivo diviso. Vedere accostati in un voto Lega, Pd, FdI e FI - dice il senatore - non è un bello spettacolo. La fotografia di questa giornata è però soprattutto quella di Salvini e i suoi ministri seduti ai banchi del governo a distanza di tre poltrone da Di Maio e Toninelli. Non si salutano e non si parlano per tutto il tempo.
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Una separazione sottolineata ancora una volta al momento in cui il governo viene chiamato dalla presidenza del Senato a rendere i pareri sulle mozioni: si alzano in due ed è il leghista e viceministro all'Economia Massimo Garavaglia a bruciare sul tempo il collega 5S Vincenzo Santangelo. Parla, dice, a nome della Lega e invita a votare Sì Tav facendo un contropiede al collega che è costretto a sottolineare che lui sì parla a nome del governo e che la posizione ufficiale è di neutralità. Esecutivo rimesso all'Aula. Poi, via alle mozioni che in una manciata di minuti chiudono la mattinata senatoriale ma il cui esito apre la vera partita a Palazzo Chigi. Nel mirino il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ha votato con i 5S No alla Tav, e che da giorni subisce gli attacchi di Salvini ostenta tranquillità pochi minuti dal voto: «Vado avanti sereno e tranquillo. Le loro sono critiche generiche, io continuo a lavorare per sbloccare le opere».
E come una giornata qualsiasi lascia un Palazzo per entrare in un altro: poco dopo sarà alla Camera in audizione a parlare di «grandi navi». Quasi a sera, in un altro palazzo ancora, a Chigi, si materializza infine Matteo Salvini. Nella sede del governo è rimasto tutto il giorno il premier Giuseppe Conte. Il vertice comincia a due, tra il presidente del Consiglio e il titolare del Viminale. E non si esclude che in corsa non abbia partecipato anche Luigi Di Maio. Il leader della Lega, che oggi avrebbe dovuto dare il via al tour delle spiagge, rimanda i primi due appuntamenti e lascia tutti in attesa dell'intervento previsto per la serata: «Mi pare chiaro che qualcosa dichiarerà, sono sette ore e mezzo che non parla..», dice il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon che insieme ad altri colleghi di partito aspetta il «capitano» sotto un palco a Sabaudia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Agosto 2019, 22:33
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