Il ministro Tria: «Gli 80 euro cambieranno nome, magari diventeranno 90»

Il ministro Tria: «Gli 80 euro cambieranno nome, magari diventeranno 90»
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria è presente al tavolo con i sindacati in vista della manovra economica, a Palazzo Chigi, convocato dal premier Giuseppe Conte. Il «vero tavolo», come hanno specificato fonti vicine al Governo, dopo che la Lega e Matteo Salvini qualche giorno fa avevano organizzato un altro incontro con le parti sociali. Ma poche ore prima Tria era stato intervistato da Sarah Varetto a Il Confine, su SkyTg24.

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Tria ha parlato di Iva, detrazioni e soprattutto degli 80 euro: in un'eventuale revisione degli 80 euro nell'ambito del progetto per la flat tax, ha detto il ministro, «non ci sarà una perdita» per i beneficiari, «potranno essere coinvolti, ma saranno coperti». Probabilmente, ha aggiunto, «avranno un altro nome. Ma magari anziché 80 diventeranno 90». Parlando poi del disinnesco delle clausole di salvaguardia sull'Iva per 23 miliardi nel 2020 ha detto che «stiamo lavorando in quella direzione». «Ci sarà un deficit molto contenuto, quello che serve all'economia italiana».



Tra le detrazioni «non vanno toccate quelle che hanno un forte impatto sociale, quelle che chiamo sul capitale umano, sulla sanità, sull'istruzione, perché su questo si basa anche la crescita», ha aggiunto. «Vanno toccate le altre, stiamo facendo un mappatura e poi si farà scelta politica sulla spesa corrente o sulle detrazioni». Lo Stato «non deve coprire il salario minimo, si può vedere come facilitare in via transitoria le aziende», ha detto ancora parlando della proposta del Movimento 5 Stelle di un salario minimo fissato per legge a 9 euro.
Per compensare le imprese degli extra costi (le stime vanno da 4 a 9 miliardi, ha detto Tria, precisando però di non sapere se siano calcoli attendibili), il Movimento pensa anche ad un taglio del cuneo fiscale di pari importo. 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Luglio 2019, 19:04
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