Effetto Domino, il film odiato anche dal suo regista: Brian De Palma
di Boris Sollazzo
Ossessionato dalla figura di Alfred Hitchcock, tanto da mutuarne stile e tecniche e inquadrature in alcuni casi in modo eccessivo, ha avuto sempre con il cinema Usa mainstream un rapporto difficilissimo, da bravo alfiere della New Hollywood. Da qui la fuga senile in Europa per un noir puerile e noioso in cui due poliziotti fanno i conti con il terrorismo internazionale, con una sola pistola e scarso talento investigativo. Nikolaj Coster-Waldau e Carice van Houten scontano la loro fama televisiva dovuta a Il trono di spade e la loro scarsa espressività, unita all’incapacità di cambiare (e persino capire) registro interpretativo, fa assomigliare l’opera a una lenta tortura e si fa fatica a capire come un montaggio diverso potesse migliorare loro così come tutto il resto.
Film sciatto, irritante, poverissimo produttivamente - “gran parte della troupe - ha rivelato il cineasta - deve ancora essere pagata dai produttori danesi, mai vissuto un set peggiore” -, sembra essere una parodia del De Palma pensiero - “siamo americani e leggiamo le vostre mail” l’improbabile morale dichiarata di Domino - e del suo stile, tra citazioni raffazzonate del già dimenticabile Femme Fatale e inquadrature copiate dalla sua cinematografia, in una autoreferenzialità che oltrepassa l’imbarazzo per arrivare, in alcuni casi, al grottesco. La brutta notizia, però, è un’altra. De Palma ha intenzione di riappropriarsi del director’s cut e di portare in sala la versione originale, di 148 minuti. Quella attuale è di 88. Ed era il suo unico pregio, la durata.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Luglio 2019, 08:55
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