Fondi russi, indagato Savoini. «Corruzione internazionale», gli audio in Procura. M5S chiede commissione d'inchiesta

Lega e fondi russi, Savoini indagato. M5S chiede commissione d'inchiesta
Da mesi in silenzio i pm di Milano stanno indagando sul caso che coinvolge la Lega e i rapporti con la Russia, esploso sui media ieri con la pubblicazione di un audio sul sito americano BuzzFeed con anche la voce del leghista Gianluca Savoini, il quale a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari al Carroccio nell'ambito di un affare sul petrolio. Oggi è emerso che in Procura è aperta un'inchiesta per corruzione internazionale e che risulta indagato proprio l'esponente del partito di Matteo salvini, nonché presidente dell'associazione Lombardia-Russia. 

«Massima trasparenza: quando vado negli Stati Uniti e in Russia non chiedo soldi. Lavoro per le aziende italiane e il popolo italiano», ha detto il vicepremier che già ieri, annunciando querele, aveva affermato: «Mai preso un rublo». Nel frattempo, si è saputo che nell'indagine, coordinata dall'aggiunto Fabio De Pasquale del dipartimento 'reati economici internazionalì e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf, gli inquirenti hanno trovato e acquisito già settimane fa la registrazione, pubblicata ieri dal sito Usa, e avrebbero già ascoltato a verbale alcune persone.


Il fascicolo è stato aperto, infatti, mesi fa dopo la pubblicazione a febbraio degli articoli sul caso Savoini-Lega-Russia scritti da 'L'Espressò. Nella registrazione, del 18 ottobre 2018 all'Hotel Metropol di Mosca, Savoini parla con tre russi sia di strategie sovraniste anti-Ue che di affari legati al petrolio. Secondo BuzzFeed, che non spiega come ha avuto l'audio e da chi sia stato registrato, nel dialogo si cerca un accordo per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega. Il leghista, che è con altri due italiani, tali Luca e Francesco, dice in inglese: «A maggio ci saranno le elezioni in Europa e vogliamo cambiarla. 
 

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Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità». Nell'audio si passa, poi, a parlare di un presunta compravendita di petrolio, attraverso la quale 'mascherarè presunti fondi neri che dovrebbero arrivare alla Lega. Si sente uno dei due italiani, oltre a Savoini, dire agli interlocutori russi: «Il 4% per noi è sufficiente, se lo sconto arriva al 10, il 6% è vostro». Ossia, stando all'audio, una parte del prezzo della compravendita di petrolio («un contratto back to back», si sente dire) tra una società italiana che doveva comprare (nella registrazione si parla dell'Eni, che ha smentito) e una società russa che vendeva, sarebbe dovuta arrivare alla Lega per finanziare la «campagna elettorale» (il 4%, ossia circa 65 milioni di dollari) e la restante parte, invece, (il 6%) sarebbe andata ai russi.

Uno degli italiani spiega anche che è necessario «coinvolgere» le banche per le transazioni e cita «Banca Intesa Russia».
I pm ipotizzano la corruzione internazionale proprio per verificare, tra le altre cose, se una parte dei soldi sia finita a funzionari russi. Indagini sono in corso su diversi aspetti della vicenda anche per capire se le operazioni di cui si parla siano andate in porto. Gli inquirenti avrebbero anche acquisito alcune foto per riuscire ad identificare le altre persone che hanno partecipato all'incontro nell'hotel di Mosca. «Stiamo facendo accertamenti per capire se ci siano reati o meno», si è limitato a dire il procuratore Francesco Greco ai cronisti.

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Luglio 2019, 10:47
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