Terni, ragazza stuprata in un parcheggio: arrestato un egiziano di 18 anni
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Il primo passo per arrivare a lui è stata la testimonianza della vittima della violenza e delle sue amiche, che hanno fornito all'Arma una descrizione del giovane e degli abiti indossati. Sono stati quindi acquisiti filmati e foto della serata, nei quali l'egiziano è stato riconosciuto. E sulla base dell'ipotesi che non fosse italiano, è stata consultata la banca dati dei permessi di soggiorno della questura, grazie alla quale i carabinieri sono riusciti ad identificarlo. Il giovane, rintracciato nel bar dove lavorava, è stato poi pedinato giorno e notte, fino a quando non è stato notato con la stessa maglietta indossata la notte della violenza (sequestrata nella sua abitazione). Determinanti per identificarlo anche i tabulati telefonici, visto che il cellulare del diciottenne, nella notte tra il 29 e il 30 giugno, ha agganciato - è emerso dagli accertamenti - la cella della zona del Chico Mendes, nella quale è assente invece un sistema di videosorveglianza.
«C'è stato un riconoscimento inoppugnabile da parte della vittima, la ricostruzione della quale è stata sempre coerente, calibrata e credibile» ha detto nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori. Intervenuto insieme al comandante provinciale dell'Arma, Davide Rossi, e a quelli del Nor e del Reparto operativo, Mirco Marcucci e Stefano Verlengia. Per il procuratore lo stupro è stata la conseguenza «di una miscela esplosiva composta da alcool, gioventù, incoscienza e malvagità». Il ragazzo avrebbe infatti approfittato dello stato di alterazione della ventenne causato dall'alcol, 'agganciandolà dentro al locale per poi invitarla a raggiungere insieme un vicino parcheggio e quindi abusare di lei. «Mi ha costretto, ho paura», il messaggio che la ragazza ha inviato ad un'amica pochi minuti dopo la violenza. Anche questo per gli inquirenti segnale della genuinità del suo racconto.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Luglio 2019, 00:10
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