Ultimo, il pischello incanta l'Olimpico: show per 60mila, sul palco anche Moro e Venditti. «Mi avete fatto il regalo più grande»

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di Rita Vecchio
ROMA - Mettetevi voi nella testa di un pischello di 23 anni nato alla periferia della periferia di questa Roma bella, cialtrona e bastarda. Una testa stracolma di sogni. Che arriva all'Olimpico. Lo stadio per eccellenza. Quello della Magica. C'è rivalsa. C'è voglia di farcela. Ci sono occhi luccicanti, di rabbia e desiderio di non essere più l'ultimo. E «la voglia di portare le canzoni sul palco» a tutti coloro che un po' ultimi forse si sentono. È così che si prende le chiavi della città.

Ultimo dedica una poesia in musica a Roma: emozione all'Olimpico LEGGI IL TESTO INTEGRALE



Quelle che ha attaccate al collo e che usa per accendere lo show. Ed è sempre alla Roma capoccia der monno nfame che dedica, poco prima di chiudere i battenti, na poesia in romanesco, uscita a mezzanotte nei digital store. «È un'emozione fortissima», dice a 2 ore dal concerto: una maglia nera con scritto Ultimo. Davanti a lui sessantamila urlanti in coro il suo nome. Così è stato ieri sera per Niccolò Moriconi che con La Favola ha incantato uno stadio intero. Quer pischello nato e cresciuto a San Basilio, che allo stadio veniva da piccolo con il papà in Curva Sud a vedere Totti e compagni (a proposito di pischelli e riscatti), si ritrova a realizzare la sua di favola: tre dischi, tra cui Colpa delle Favole al primo posto, sono tutti nella top ten dei più venduti del primo semestre 2019 secondo FIMI. Un record.
 
 


Canta e riempie tutto lo stadio come Madonna, Vasco e U2, lo stesso dell'Italia '90. Una grande festa. Su un fronte palco di 50 metri viene catapultato fuori da un ascensore, che dà inizio alla festa con Colpa delle favole, appunto. E da lì due ore e mezza di show. Poche parole, le prime dopo 11 canzoni, dopo Peter Pan: «Avete fatto bene a credermi. Quando mi danno del presuntuoso, vi dico che non è vero. E questo è il regalo più bello che potevate farmi». Luci, laser e suoni. Il momento acustico. Il medley. Chitarra e voce, con lui seduto sul pianoforte ricoperto di stelle luccicanti su Forse dormirai e Fermo. E siccome è una festa, non possono mancare gli ospiti. Proprio per quello salgono a sorpresa sul palco prima suo fratello Fabrizio Moro, e poi Antonello Venditti, con cui duetta in Roma Capoccia (con tanto di video di lui a 13 anni che durante una recita cantava proprio quella) e Notte prima degli esami. In tribuna, tra gli altri, i calciatori della Roma Perotti ed El Shaarawy. Sembrano lontani i tempi, eppure sono passati solo due anni da quando aveva solo 10 spettatori al mercato del Testaccio. «Sto bruciando le tappe. Non penso sia sbagliato provare a fare il passo più lungo della gamba. Ho sempre avuto bisogno di strafare». Per l'anno prossimo ha annunciato 10 stadi. «Nun è stata fortuna e neanche destino». Perché ieri sera quer pischello di Niccolò ha potuto strillà che ce l'ha fatta.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Luglio 2019, 17:09
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