Viito, il nuovo singolo: «Da Roma a Bologna cercando le note di Dalla, Morandi e Carboni»
di Rita Vecchio
Perché trasferirsi a Bologna?
V. «Per allontanarci dalla scuola romana tanto ricca, ma piena di sguardi poco sinceri».
G. «E per cambiare un po': ci incuriosivano i club emiliani, quelle bettole dimenticate dove ancora oggi si ritrovano parolieri e musicisti».
E quindi Bolo Centrale.
G. «Nata a Roma e finita a Bologna, è una canzone che vuole chiudere un capitolo. Qui si ritrovano Dalla, Morandi, Carboni, Bersani, quel cantautorato emiliano di un tempo, quello con cui siamo cresciuti».
Com'è fare i cantanti?
G. «Pensavamo fosse solo sale prove, palco e rock 'n roll. E invece, c'è molto altro. Compresi i social che a volte ci fagocitano».
Ed essere un duo?
V. «Io sono più istintivo, Giuseppe più riflessivo. Ci incontriamo a metà grazie alla musica».
E l'incontro con Caterina Caselli?
V. «Casuale e bello. Tolto il fatto che per arrivare in Sugar stavamo perdendoci per Milano perché avevamo scambiato una galleria per un'altra (ridono, ndr). Ma poi entrare nella sede per la prima volta, vedere pareti tappezzate di dischi d'oro, la gigantografia di Bocelli, è stato emozionante».
G. «È un'artista straordinaria che nella nostra musica ha saputo cogliere i due binari, malinconico e frizzante, che convivono».
La vostra vita è cambiata?
G. «Non abbiamo orari. Per il resto, a me mancano sempre 4 esami per finire Economia».
V. «E a me sempre uno per Letteratura musica e spettacolo, chiodo fisso di mio nonno che non mi chiede dei concerti ma solo di quando mi laureo».
Pensate a Sanremo?
G. «Perché no?»
V. «Bello suonare su quel palco dove le canzoni italiane hanno il tappeto rosso».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Giugno 2019, 09:01
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