Messina (Intesa Sanpaolo): «Fondi immobiliari territoriali per tagliare il debito»

Messina (Intesa Sanpaolo): «Fondi immobiliari territoriali per tagliare il debito»
Per ridurre il rapporto debito/Pil non è sufficiente attendere la crescita economica. Occorre un'operazione che vada a tagliarne subito l'importo assoluto, rispondendo anche alla domanda di investimenti redditizi che c'è nel Paese e fuori. Con questa premessa il consigliere delegato di Intesa Carlo Messina, intervendendo alla terza edizione del convegno del Messaggero "Obbligati a crescere" ha presentato la una proposta che farebbe scendere in campo il sistema bancario. L'idea è creare dei fondi immobiliari territoriali (fiscalmente agevolati con una normativa simile a quella dei Pir) ai quali potrebbero essere ceduti immobili dello Stato, delle Regioni e dei Comuni.

I titoli emessi da questi soggetti sarebbero appetibili per gli investitori nazionali, comprese le banche, ma anche per quelli internazionali. E si creerebbe lo spazio per azioni di valorizzazione del patrimonio immobiliare: la dimensione locale permetterebbe ai cittadini di percepire queste come operazioni legate al territorio e non esclusivamente finanziarie. La difficoltà, già emersa in passato, sta nel mettere insieme i vari livelli di governo e coordinare la scelta degli immobili con le esigenze della pubblica amministrazione.

Il ministro dell'economia Giovanni Tria, che ha chiuso il convegno, ha detto che si ripromette di «approfondire» la proposto di Messina di convogliare il risparmio italiano e gli investimenti italiani e esteri verso gli attivi dello Stato, attualmente non valorizzati, attraverso fondi costituiti appositamente. «In piccolo - spiega Tria - stiamo andando in questa direzione costituendo con le società del Mef dei fondi, sebbene di dimensioni minori, per privatizzare l'immobiliare. Non c'è comunque moltissimo perchP molti immobili sono occupati dalla stessa Pa». Per il ministro
è un tema che va studiato anche perchè in passato lo schema di vendere e poi riaffittare «non è stato vincente».
Secondo Carlo Messina che ha illustrato la proposta al ministro nel corso dell'evento del Messaggero 'obbligati a
crescerè si tratterebbe di una proposta «sovranista in cui gli italiani si ricomprano un pezzo di scuola o di caserma» e che potrebbe indirizzare così in maniera intelligente il risparmio nazionale e permettere a fondi e investitori italiani (ma anche stranieri) di convogliare risorse su asset sicuri e con rendimenti interessanti in un mondo di tassi a zero. In questo modo inoltre si potrebbe «abbattere il debito» che con la sola crescita, oltretutto insufficiente di questi anni, non è possibile fare.

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2020, 16:05
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