Baby gang di Venezia: preso un altro 16enne. A incastrarlo un giubbotto

Baby gang di Venezia: preso un altro 16enne. A incastrarlo un giubbotto

di Nicola Munaro
MOGLIANO/VENEZIA - La prova regina, gli agenti della Squadra Mobile di Venezia se la sono vista davanti aprendo un armadio nella camera da letto di un sedicenne di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso. È successo il 29 maggio, il giorno della grande retata contro le baby gang che da mesi imperversavano su Venezia e Mestre. Quel giorno lontano ormai quasi due settimane, il sedicenne era un semplice indagato.

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Da venerdì sera invece i sospetti sono diventati accuse circostanziate proprio per merito di un giubbotto di proprietà di uno studente veneziano pestato e rapinato a Dorsoduro il 19 gennaio. E quel giubbotto è stato la prova regina che ha portato in cella il sedicenne trevigiano, arrestato giovedì sera mentre si trovava a casa della fidanzata, una coetanea residente alla Giudecca e del tutto estranea ai fatti. E sempre a casa della fidanzata, gli agenti della Mobile lo  avevano trovato pure il giorno delle perquisizioni.
LE IMPUTAZIONIRapina e lesioni personali aggravate le accuse contestate dalla procura dei Minori di Venezia e dalla Squadra Mobile al sedicenne, nato in Moldavia ma con passaporto romeno. Un castello sposato in pieno pure dal giudice per le indagini preliminari di Venezia che ha riconosciuto come anche il sedicenne di Mogliano facesse parte del branco di dieci ragazzini violenti che il 19 gennaio a Dorsoduro, in calle dei Rimurchianti, aveva accerchiato quattro studenti universitari, aggredendoli e rapinandoli. Tre di loro erano riusciti a fuggire mentre un ventenne era inciampato cadendo a terra. Su di lui si era sfogata la rabbia e la violenza della decina di bulli che si erano accaniti sullo studente martoriandolo a suon di calci e pugni, rompendogli la mandibola e alcune ossa del viso per una prognosi di 30 giorni. Il giovane studente infatti era stato picchiato anche con un tirapugni che il gruppetto di ragazzi violenti - la maggior parte minorenni - portava sempre con sé. I dieci avevano lasciato perdere il ragazzo quando ormai lo avevano visto senza più alcuna difesa, così gli avevano rubato portafoglio, telefono e il giubbotto che indossava. Lo stesso giubbotto messo sotto sequestro dalla Mobile il 29 maggio e diventato il basamento su cui costruire l'impianto accusatorio nei confronti del giovanissimo bullo. 
GLI ALTRI DEL BRANCOI fatti per cui ora il sedicenne di Mogliano si trova in carcere (cioè l'aggressione del 19 gennaio) sono gli stessi contestati ad altri due giovani arrestati il 29 maggio scorso: Marian Laurentiu Tanase, 19 anni di Treviso, e un sedicenne moldavo con cittadinanza romena e residente a Mestre. I due, protagonisti del pestaggio di Dorsoduro, sono anche accusati di altri due episodi di violenza. Il primo episodio il 13 gennaio a San Polo, quando ai suoi ordini in sei avevano aggredito tre ragazzi in una calle. Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, lui e un'altra decina di bulli avevano colpito due studenti a San Basilio, causando in uno dei due una prognosi di trenta giorni: 80 euro il bottino Il 23 marzo, poi, in tre avevano rapinato un ragazzo al Lido. Bottino, 20 euro. Ad accomunare le tre aggressioni, un tirapugni: «arma feticcio» per il pm Fabrizio Celenza con cui affermare se stessi attraverso la violenza. Accuse che Tanase ha respinto, ammettendo solo l'aggressione di San Polo, il 13 gennaio: 
«Chiedo scusa, avevamo bevuto parecchio ed eravamo su di giri - ha detto durante l'interrogatorio di garanzia, assistito dall'avvocato Antonio Bondi - Ho fatto una stupidaggine, mi dispiace molto». 
IL GIRO DI VITECon l'arresto di giovedì salgono così a dodici i provvedimenti emessi dalle procure (ordinaria e dei Minori) di Venezia nei confronti di giovani violenti. Ai sette del 29 maggio, si è aggiunto l'arresto in flagranza di un diciassettenne di Mogliano Veneto pizzicato durante la perquisizione subita come indagato per uno dei fascicoli aperti sui raid violenti delle baby gang, con 200 grammi di marijuana e tutto il materiale utile per confezionarla e metterla sul mercato. Nascosti, anche un coltello a farfalla e un passamontagna. Il giovane, messo ai domiciliari, si trova ora in comunità per via di un nuovo provvedimento del gip dei Minori. Così come uno dei minorenni in comunità per la tentata rapina ad un bengalese il 2 febbraio a Mestre è stato messo in carcere. A loro, si aggiunge come undicesimo provvedimento l'arresto di un quattordicenne accusato della violenza sessuale al MoloCinque: il giovane ha frequentato ragazzi della baby gang, senza però essere indagato. Chiude, l'arresto di giovedì.
Nicola Munaro
Ultimo aggiornamento: Domenica 9 Giugno 2019, 11:55
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