Leonardo Russo, ucciso a 20 mesi: «Gli è scoppiato il fegato». Dalla mamma neanche una lacrima

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di Silvia Natella
Gli ha dato la vita, ma quando lo ha visto con il corpicino massacrato non ha versato neanche una lacrima. Gaia Russo, 22 anni, per molti non può definirsi madre, ma Leonardo Russo era suo figlio. Il bambino è morto a soli 20 mesi dopo essere stato picchiato dal compagno della madre, il 23enne Nicholas Musi. I due stavano insieme da pochi mesi e riempivano i loro profili social con le foto della "famigliola" al completo. Eppure, sembra che l'indole violenta di Musi fosse già emersa in passato. Il dramma si è consumato venerdì scorso a Novara.

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Il piccolo aveva più lividi che giorni di vita, il volto tumefatto, le fratture al bacino e alle mandibole, ma è il fegato scoppiato che non gli ha lasciato scampo. La madre non ha fatto nulla per proteggerlo e non è finita in carcere solo perché è incinta di un altro bambino, il figlio di Nicholas. Dopo aver chiamato i soccorsi, la coppia ha mentito sulle cause. «È caduto dal lettone», ma la verità era davanti agli occhi di tutti. «Se non lo salvate vi ammazzo tutti», aveva minacciato Musi. 
 
 


Lei è rimasta impassibile ed è forse quello che resta più incomprensibile all'opinione pubblica. Quando le hanno parlato di arresti domiciliari non ha detto nulla e non ha mostrato alcun cedimento o pentimento per aver lasciato il suo bambino, nato da una precedente relazione, in balia di un uomo violento. Gaia Russo, incinta al quinto mese, si è lasciata portare via in silenzio nella comunità che adesso è diventato il luogo dei suoi arresti domiciliari, perché essendo in attesa di un bambino non andrà in carcere. Nicolas ha precedenti penali per furto e per violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, truffa, percosse e stupefacenti. Nel sangue aveva la cocaina anche due giorni fa. 

Il piccolo era già stato portato al pronto soccorso lo scorso aprile. «È stato morso da un cane», avevano detto ai medici i due. Il referto non aveva confermato pienamente la versione, ma non erano stati riscontrati segni evidenti di maltrattamenti. Il bambino è stato vittima di una «violenza inaudita, non degna di un essere umano», ha sottolineato il procuratore di Novara, Marilinda Mineccia. A provocare la morte del bambino sarebbe stata una emorragia al fegato.
Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Maggio 2019, 21:09
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