Studenti universitari contro la crisi: lavoretti e pendolarismo per non pesare sulle famiglie

Studenti universitari contro la crisi: lavoretti e pendolarismo per non pesare sulle famiglie

di Lorena Loiacono
In salita e pieno di sacrifici, il percorso per arrivare alla laurea si fa sempre più difficile. Il motivo? Con la crisi le famiglie sono in affanno e solo chi può permetterselo manda i figli all'università, preferibilmente vicino casa per non pagare la vita da fuori sede.

Tutti gli altri studenti? Provano a mantenersi gli studi da soli ma i lavoretti sono sempre più introvabili. Un vero peccato perché gli universitari italiani sono molto più studiosi dei colleghi europei, e un po' più grandicelli: l'età media si è alzata da 22 a 23 anni. È quanto emerge dall'ottava Indagine Eurostudent per il periodo 2016-2018 condotta dal Cimea, il Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche in collaborazione con le università di Pisa e Camerino con il supporto del ministero dell'Istruzione.

Gaetano Manfredi, il rettore di Napoli: «Il ceto medio sta sparendo dagli atenei»

ASCENSORE GUASTO. In tempi di crisi, l'università rischia di lasciare indietro i ragazzi più svantaggiati. Negli ultimi dieci anni infatti sono aumentati del 17% i ragazzi provenienti da famiglie di livello sociale medio-alto con i genitori laureati mentre sono diminuiti del 30% gli studenti provenienti da famiglie in difficoltà.

STUDENTI PENDOLARI. La maggior parte degli studenti universitari vive in famiglia, solo un terzo è fuori sede. Tra quelli che vivono in casa con i genitori solo uno su quattro studia nella stessa città, tutti gli altri sono pendolari. Vale a dire che sono in viaggio tutti i giorni o quasi per raggiungere l'ateneo senza trasferirsi direttamente. Perché la spesa per uno studente fuori sede è spesso insostenibile.

SENZA INCENTIVI. La scelta del pendolarismo deriva da diversi fattori. A mancare, spesso, è il diritto allo studio: basti pensare che in Italia solo il 10% dei ragazzi ha l'esonero dalle tasse universitarie e solo l'8,7% riesce ad ottenere una borsa di studio. Se poi si considera la disponibilità di alloggi e posti letto forniti dal diritto allo studio, ecco che a goderne è solo il 3,2% degli studenti.

CARA UNIVERSITÀ. Per tutti gli altri fuori sede la spesa mensile media per dormire fuori casa è di 262 euro. Un costo che grava per oltre il 70% sulle famiglie visto che con i lavoretti i ragazzi riescono a coprire solo il 20% delle spese.

CACCIA A UN LAVORO. In tempi di crisi scarseggiano anche quei piccoli impieghi, magari saltuari, che una volta servivano agli studenti per arrotondare: rispetto al 2018 infatti sono diminuiti del 10% le entrate garantite dai lavoretti. Vale a dire 60 euro al mese in meno.
SECCHIONI. Nonostante le difficoltà, gli universitari italiani studiano molto: quasi 44 ore settimanali, il 30% in più della media europea. Inoltre più della metà vuole proseguire gli studi dopo la laurea.
POCA PRATICA. Gli studenti promuovono a pieni voti la teoria che imparano in aula ma ritengono che l'università italiana sia ancora indietro con la parte pratica.
riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2019, 08:46
© RIPRODUZIONE RISERVATA