L'autista senegalese: «Ecco perché l'ho fatto. Bambini come scudi umani, ma non volevo far loro del male»

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Aveva già in mente l'attentato da un po', Ousseynou Sy, l'autista senegalese con cittadinanza italiana che ieri ha sequestrato un autobus con una scolaresca di Crema, nel milanese, per poi dargli fuoco: un giorno di paura per 51 ragazzini di una scuola media. «Questa cosa l'avevo in mente da un po', per dare un segnale», ha spiegato a chi lo ha visto in carcere, a quanto apprende l'ANSA. In Italia ha detto di essere arrivato «per amore» negli anni '90. Dopo essersi separato, si è trasferito a Crema dove passava il tempo fra casa e il lavoro.
 
 

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La sua speranza, ha raccontato, è che in Africa arrivi il messaggio di non partire: ​«L'ho fatto per dare un segnale all'Africa, perché gli africani restino in Africa e così non ci siano morti in mare». Sy ieri aveva già fatto un viaggio Crema-Treviglio con un bus doppio: l'attentatore, che ora è a San Vittore, in una cella del sesto raggio, al quarto piano nel settore protetto, lo ha detto per testimoniare che non voleva far male ai bambini. «Guido i pullman da 25 anni - ha detto - Se avessi voluto far del male ai bambini lo avrei già fatto». Sy ha detto di aver sparso benzina sul pullman che ha sequestrato per evitare che i carabinieri potessero sparare: «Sono un genitore - ha detto - non volevo fare male ai bambini».

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L'uomo si definisce «panafricanista» e in carcere ha raccontato la sua filosofia con lucidità e dovizia di particolari. Ha spiegato di sperare anche nella vittoria delle destre in Europa «così non faranno venire gli africani». La sua idea è che l'Africa sia stata colonizzata e che l'Europa si approfitti dell'Africa mettendo governi che fanno comodo all'Occidente, ed è per questo che gli africani sono costretti ad emigrare. Invece «gli Africani - ha sottolineato, a quanto riferito - devono restare in Africa ed è l'Occidente che non lo consente». «Volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo», ha aggiunto.

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TROVATO IL COLTELLO È stato trovato il coltello usato da Ousseynou Sy nell'autobus. L'arma con cui ha minacciato i 51 bambini della scuola media Vailati di Crema e i loro tre accompagnatori è stata trovata dai militari nella carcassa del veicolo. Nessuna traccia, invece, della pistola che alcuni ragazzini hanno detto di aver visto nella cintola dell'autista 46enne, che avrebbe fatto riferimento all'arma per costringere gli adulti a legare i polsi agli studenti. Le ipotesi sono due: che i testimoni si siano confusi nella concitazione o che si trattasse di una pistola di plastica distrutta nell'incendio.

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NON HA CHIUSO OCCHIO Sy, secondo quanto ha riferito lui stesso a chi lo ha visto nel carcere di San Vittore, dove ha trascorso la prima notte in cella da solo, non ha chiuso occhio.
Ora invece, a quanto è stato riferito all'ANSA, si trova in cella con un altro detenuto nel sesto raggio, al quarto piano, cioè nel settore protetto. Mano sinistra fasciata per le ustioni che ha riportato quando ha dato fuoco al pullman, una escoriazione sulla fronte che ha spiegato di essersi procurato quando con il mezzo ha forzato il posto di blocco, jeans, maglietta e camicia aperta si è mostrato agitato e confuso mentre rispondeva a domande normali, come se fosse stanco.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Marzo 2019, 15:51
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