Tre metri sopra il cielo, il film che ha segnato una generazione compie 15 anni

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di Veronica Cursi
"Tre metri sopra il cielo" segna il confine di due generazioni.  Quelli che oggi hanno 50 anni, passavano i pomeriggi tra piazza Giochi e l'Euclide, e la storia di Babi e Step, i personaggi creati da Federico Moccia nel suo libro (diventato poi un film) e ispirati alla realtà, l'hanno vissuta di persona, (perché Babi e Step per chi non lo sapesse esistono veramente). E i millenials, nati e cresciuti a Ponte Milvio ad attaccare lucchetti, che Roma nord - nel senso più social del termine - l'hanno conosciuta e fatta conoscere così.

Di certo c'è che il 12 marzo 2004, il giorno in cui usciva nelle sale italiane Tre metri sopra il cielo, film diretto da Luca Lucini e ispirato all'omonimo romanzo, tutta Italia è venuta a conoscenza di un fenomeno che esiste solo nella Capitale: una sottocittà per stili, modi di vestire e parlare, che non è un quartiere sia chiaro nè un casello autostradale, ma un modo di essere. O sei di Roma nord o non lo sei.

La storia romantica di Moccia ha avuto un impatto sulla cultura pop, non solo italiana. I “lucchetti dell’amore” sono stati esportati (più dei maccheroni) da Ponte Milvio al Pont des Arts di Parigi, dalla Grande Muraglia cinese al ponte di Colonia - che quasi crollava sul Reno per il peso. E oggi dopo 15 anni Roma nord è diventato un merchandising e continua a rimbalzare sui social: ne hanno fatto fiction, web series, magliette, adesivi.

Eppure - per chi non lo sapesse - tutto inizia nel 1992, quando Federico Moccia, allora trentenne, ispirato da esperienze di vita quotidiana, scrive questo libro di ambientazione romana, dove i personaggi si muovono in una sorta di quadrilatero che comprende i quartieri della Roma bene, Parioli, Cassia, Fleming e Vigna Stelluti. «Le grandi case editrici non erano interessate - racconta l'autore - così lo pubblicai con una minore ma completamente a mie spese». Le 2 mila copie stampate vengono vendute nel giro di un mese, in gran parte nella libreria Velitti a piazza Jacini, il luogo abituale dove s'incontrano i ragazzi di allora, che sono poi come protagonisti del libro, con i Closed come jeans e le Stan Smith ai piedi. Le fotocopie del libro passano tra i banchi di scuola e tutte (dico tutte) s'immedesimano nella figura di Babi, la giovane studentessa di ottima famiglia che s'innamora di Step, il duro del gruppo tutto muscoli e palestra. Lui con la sua moto fa sognare intere generazioni.

Oggi le piazze sono diverse (vedi Cavour) ma anche un po' le stesse. Piazza Euclide,  a sorpresa, è tornata ad essere un luogo di rirtovo per i 15enni. Come quarant'anni fa dove sono cresciute almeno tre generazioni di pariolini.A piazza Euclide, dove una volta si stava ore seduti sugli Sh pieni di adesivi, oggi sono tornate macchinette, smartphone e abitudini. Sempre le stesse. Perché le generazioni cambiano, ovvio, ma certe cose non cambiano mai. Almeno non a Roma nord.

 

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Marzo 2019, 12:22
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