Nuova Zelanda, assalto alle moschee: 49 morti. Fermati 4 suprematisti bianchi, uno filmava durante la sparatoria

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di Paolo Ricci Bitti
Terrore in Nuova Zelanda, a Christchurch. Come in un videogame "sparaspara", un suprematista bianco di un commando terroristico si è filmato in "soggettiva" e in diretta Facebook per 17 minuti con una minitelecamera su un elmetto mentre commetteva una strage in una moschea. La premier neoelandese  in conferenza stampa ha parlato espressamente di terrorismo e di un bilancio di 49 morti e 27 feriti. Tre le persone arrestate finora, tra cui il "cameraman". Due le moschee prese d'assalto. Trovati esplosivi nelle strade. Su uno dei caricatori di uno dei killer c'è il nome di Luca Traini.

Nuova Zelanda, strage a Christchurch in video diretta Facebook come in un videogame

E' sotto choc la nazione i cui giovani nella stessa ora della strage stavano marciando per sostenere la lotta al cambiamento climatico. «La Nuova Zelanda - hanno già scritto gli analisti - non sarà più la stessa».

«E' il giorno più nero nella storia della Nuova Zelanda», ha detto il primo ministro Jacinda Ardern, 38 anni, laburista. Finora il «paese della lunga nuvola bianca», agli antipodi dell'Italia, era stato risparmiato da gravi atti di terrorismo. Il primo ministro neozelandese ha detto che la strage compiuta oggi in due moschee della città neozelandese di Christchurch è stata frutto di un «attacco terroristico».
 
 


L'assalto, riporta il New Zealand Herald, è avvenuto verso le 15 (le 3 di notte in Italia): dei quattro presunti terroristi, fra i quali una donna, uno è stato identificato in Brenton Terrant, 28 anni, australiano, che si è filmato mentre con la sua auto raggiungeva la moschea Al Noor in Deans Avenue a Chritschurch, la città più importante dell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, il cui centro è ancora segnato dalla zona rossa dopo il terribile terremoto del 2011.

Terrant, in quella vettura con l'Arbre Magic giallo appeso allo specchietto, era vestito e armato come un militare: con la GoPro sull'elmetto ha ripreso ogni istante del suo assalto, spesso commentando le sue azioni. Immagini trasmesse in diretta Facebook poi rimosse dai tecnici del social.

Un circostanza mai registrata prima in un atto di terrorismo che ha spinto la polizia della provincia di Canterbury a lanciare un appello perché le immagini della strage non siano condivise. Un appello raccolto con dimostrazione di grande civilità dalla popolazione della Nuova Zelanda, poco più di 4 milioni di persone, anche se risulta impossibile evitare il blocco totale di quei video.

La polizia ha anche deciso di non diffondere una sorta di "Manifesto" che l'australiano aveva pubblicato su un suo profilo social. Oltre 80 pagine di delirii razzisti in cui il giovane aussie si definisce "a white supremacist". Nello scritto viene raccontato che l'attentato è stato preparato nell'arco degli ultimi due anni e che avrebbe dovuto essere messo in atto in Australia. Poi la decisione di colpire la Nuova Zelanda per dimostrare che nessun paese può ritenersi al sicuro dal terrorismo.
In questi ultimi mesi non mancano le critiche interne al programma di accoglienza del governo laburista che prevede comunque solo mille posti l'anno, in particolare per profughi del medio oriente. Pochi posti ma sufficienti a marcare la differenza con l'Australia che in pratica accoglie solo immigrati altamente qualificati oppure iscritti a limitati programmi di solidarietà e inserimento.

Sulla sua station wagon beige, Terrant aveva caricato armi, munizioni in quantità, oltre a taniche di benzina. Aveva con se almeno un facile mitragliatore.

La sua prima vittima è stata un fedele alla porta della moschea, poi ha esploso raffiche su raffiche sulle altre 300 persone in preghiera. Quando ha finito le munizioni, l'australiano è tornato sull'auto a prendere altri caricatori, tutti bene etichettati con nastro adesivo bianco e scritte. Poi è rientrato nella moschea facendo altri morti.

L'uomo ha continuato a sparare, in apparenza in maniera casuale, sui passanti  quando è nuovamente uscito dal luogo di culto per poi dirigersi verso Adley Park dove c'è una secondo moschea  della città affacciata sul Pacifico che conta mezzo milione di abitanti. 

Dalle prime ricostruzioni, il commando aveva intenzione di colpire anche un ospedale e una scuola: la polizia ha detto che sono state trovate almeno due auto imbottite di esplosivo. Uno scenario che lascia immaginare una lunga e meticolosa preparazione dell'assalto.
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Marzo 2019, 08:51
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