Attilio Fontana: «Sono orgoglioso del nostro anno in Regione. Sgravi agli anziani, nidi gratis e lavoro sui treni i nostri successi»

Attilio Fontana: «Sono orgoglioso del nostro anno in Regione. Sgravi agli anziani, nidi gratis e lavoro sui treni i nostri successi»

di Paola Pastorini
Attilio Fontana da un anno è alla guida della Lombardia con una giunta di centrodestra. Tempo di un bilancio e di uno sguardo su quanto accade in Italia.

Presidente Fontana, è passato un anno dal suo insediamento. Un bilancio si impone.
«Un anno positivo: la squadra funziona, la macchina si muove. Le mie soddisfazioni? I nidi gratuiti, con più famiglie beneficiarie; la gratuità Aler agli over 70 con basso reddito per chi ha sempre fatto il proprio dovere; la riduzione del super ticket; i primi seri provvedimenti di sburocratizzazione».

E le criticità?
«Il trasporto su ferro, che abbiamo affrontato “di petto”. I treni sono diventati il centro delle nostre scelte e abbiamo avviato un piano emergenziale che sta dando discreti risultati, ma in quanto emergenziale dovrà essere modificato. Intanto, arrivano i primi macchinisti e controllori; i primi treni (non nuovi), mentre con la primavera prossima quelli che abbiamo ordinato; migliorano gli orari, si riducono le soppressioni. E soprattutto abbiamo convinto Rfi a sbloccare investimenti sulla rete: 14 miliardi e 600 milioni in sette anni. Tutto questo per dire che treni e pendolari sono stati affrontati per la prima volta in modo organico. La soluzione si vedrà però tra quattro o cinque anni».

Un vostro cavallo di battaglia è la sicurezza.
«Anche qui, non risultati lampo, ma quel che pareva impossibile si sta realizzando. Gli sgomberi dei centri sociali, per esempio, insediati da vent’anni senza che nessuno nemmeno provasse a ripristinare la legalità, ovvero il rispetto al diritto di proprietà. Poi, l’assunzione di nuove forze dell’ordine come aveva promesso il ministro Matteo Salvini. Ridotti sbarchi e immigrazione e si è iniziato a rimpatriare chi non ha diritto a stare sul nostro territorio».

E gli immigrati che lavorano sul nostro territorio?
«Se parliamo di sicurezza io parlo della parte illecita e illegittima dell’immigrazione. Se parliamo di stranieri che lavorano in Lombardia, integrati e che contribuiscano a creare il Pil della Regione, contro di loro mai spesa mezza parola».

E poi l’autonomia.
«L’autonomia è una battaglia di tutto il Paese se vuole effettivamente efficientarsi, modernizzarsi e “normalizzarsi”. Infatti ci sono solo tre le Regioni che non vogliono autonomia: Puglia, Calabria e Basilicata. Le altre, o direttamente o indirettamente, o con anticipazioni o richieste, tutte chiedono autonomia».

Il suo rapporto con il sindaco di Milano Giuseppe Sala è un po’ “nemici-amici”. Siete concordi solo sui Giochi invernali 2026.
«Non ho mai cercato di fare la polemica su niente. Secondo me fra istituzioni non bisogna fare polemica, bisogna cercare di risolvere i problemi».

Il biglietto integrato lombardo e la Scala sono due punti dolenti delle vostre discussioni.
«Sul biglietto integrato il sindaco Sala aveva chiesto: “mi devi dare l’integrazione entro fine gennaio”. E io ho risposto di avere bisogno tempo, almeno fino a settembre: lui si è arrabbiato; gli sono andato incontro anticipando a entro giugno, metà luglio, e si è arrabbiato. Però non posso integrare solo il biglietto che va da Cinisello Balsamo a Milano, lo devo integrare per tutta la Lombardia, ed è un lavoro immane».

Sulla polemica della Scala?
«Anche in questo caso quando arrivò la notizia dei sauditi mi ero limitato a dichiarare che “deciderà il cda”. E il sindaco ha risposto che era colpa della Lega che voleva far entrare i sauditi nel cda e allora mi sono visto costretto a mettere le cose in fila. C’è una certa acrimonia nei miei confronti, che sinceramente non riesco a giustificare».

Prima del sindaco Sala però lo aveva detto il sovrintendente della Scala Alexander Pereira.
«Pereira aveva dichiarato una cosa tutta diversa, ovvero che era stato aiutato da Max Ferrari (consulente del presidente, ndr) ed era l’unica cosa che anche io sapevo, perché c’era la volontà di portare “Traviata” e altre opere della Scala in Arabia Saudita: io avevo detto “mi va benissimo”. Ferrari ha messo Pereira in contatto con quelle persone che dovevano trattare col sovrintendente per portare, lo ribadisco, solo alcuni spettacoli e basta. Poi se si cerca di giocare sulle parole e fare speculazioni dove sarebbe meglio tacere...».

Parliamo del Governo. C’è chi ipotizza una crisi dopo le Europee. Ma lei lo farebbe il premier o il ministro?
«No, grazie, sto tanto bene qui».

Si è parlato di dare una quota di musica italiana in radio. Ma lei ascolta musica, italiana e non?
«La ascolto, ma non sono fanatico.
Però ho una passione: Vasco Rossi».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Marzo 2019, 07:39
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