Reddito di cittadinanza e quota 100, via libera del Senato tra le polemiche. Ora va alla Camera

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Via libera del Senato al decretone su reddito e pensioni con 149 sì, 110 no e 4 astenuti. Il provvedimento passa alla Camera. «Molto, molto soddisfatto». Così il primo commento del vicepremier Luigi Di Maio lasciando l'aula di Palazzo Madama.

 

Nel corso dell'intervento di Paola Taverna (M5S) sul decretone è scoppiatauna vera e propria bagarre. Taverna, vicepresidente del Senato, ha più volte attaccato il Partito democratico, a partire dall'«elemosina» degli 80 euro, difendendo invece a spada tratta il reddito di cittadinanza. Il Pd non è rimasto in silenzio, alzando la voce e costringendo anche la presidente Elisabetta Casellati ad intervenire per richiamare tutti all'ordine. «Si limiti a fare una dichiarazione di voto tranquilla», ha esortato Casellati rivolgendosi alla senatrice pentastellata. «È quello che sto facendo, se l'atteggiamento disordinato del Pd me lo permettesse», ha replicato la vicepresidente. Nel corso delle dichiarazioni di voto sul decreto, Taverna non ha risparmiato critiche e provocazioni a nessuno dei governi che hanno preceduto quello gialloverde, cominciando proprio da quello a guida Renzi, intervenuto poco prima in Aula per criticare il provvedimento. «Qualcuno dice che il reddito di cittadinanza è elemosina. Magari ce lo dice chi l'elemosina l'ha fatta veramente, con gli 80 euro. E a qualcuno - ha ironizzato la pentastellata - l'ha pure chiesta indietro. Dov'è la sinistra? L'avete rinnegata in tutti i modi, avete proposto persino un referendum per abolire l'unica misura che combatte la disuguaglianza».

Ma dai banchi dei senatori, Taverna, in qualità di vicepresidente del Senato, ha anche ripreso i colleghi giudicati troppo rumorosi: «Laus la debbo riprendere anche quando non sono alla presidenza per la sua scortesia e maleducazione?», ha detto al senatore dem.
Poi le parole rivolte a Forza Italia e ad Antonio Saccone che ieri ha mostrato in Aula un gilet con la foto di Luigi Di Maio in versione steward: «Noi siamo fieri di avere un capo politico che a 32 anni è incensurato e ha fatto lavori umili, come tutti i ragazzi italiani, prima di fare il ministro. Non sono certo io a doverle ricordare la storia del suo capo politico». Di fronte alle reazioni dei colleghi, molti alzatisi in piedi, Taverna si è quindi rivolta a Casellati. «Li mandiamo a sedere presidente?», ha incitato. «Si limiti a fare una dichiarazione di voto tranquilla», la replica della presidente

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Febbraio 2019, 20:53
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