Fernanda Lessa commuove Silvia Toffanin a Verissimo: «Dopo la morte di mio figlio sono entrata nel tunnel della droga»

Fernanda Lessa commuove Silvia Toffanin a Verissimo: «Dopo la morte di mio figlio sono entrata nel tunnel della droga»

di Silvia Natella
Dalla dipendenza dall'alcol e dalla droga alla tragica morte del figlio: Fernanda Lessa, ospite di "Verissimo", confessa il suo passato e i motivi dietro la lontananza dai riflettori. Ha raccontato la sua storia con coraggio davanti a una Silvia Toffanin commossa. Il mondo della moda le ha dato tanto, ma le ha portato sofferenza e solitudine. «Per le modelle è tutto regalato e ci sono quelle a cui piacciono gli eccessi. Per coprire la costante mancanza della mia famiglia e di mia nonna, che è scomparsa quest'anno, ho ceduto alle sostanze stupefacenti». Tutto però è precipitato dopo la morte del figlio neonato. 

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«Ho iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti a 19 anni. Ne ho abusato per otto anni, tutti i giorni. Sono riuscita a smettere solo quando ho scoperto di essere incinta di mia figlia». Abbandonata la cocaina è stata la volta della bottiglia: «L’ho fatto nel periodo in cui mi sono trasferita a Torino, la città del papà delle mie due figlie, dove però non trovai una bella accoglienza. Decisi di togliere la droga, ma iniziai a bere fino a tre bottiglie di vino al giorno. Ero sempre ubriaca. Provai a smettere di bere, ma ebbi due ricadute, l’ultima risale all’agosto 2017. Da quel giorno non bevo più. L’ho fatto per le mie figlie e per il mio attuale marito Luca. Non potevo più vedere le lacrime nei suoi occhi ogni volta che ero ubriaca. Oggi non posso bere più nemmeno una birra».
 
 

La droga l'aiutava a essere più forte perché toglie il pensiero e la solitudine. «Tutti lo facevano e provare non costava nulla. Tappava i buchi», ha aggiunto. L'attaccamento alle sostanze stupefacenti si è intensificato dopo la morte del suo bambino: «All’ottavo mese di gravidanza mi dissero che mio figlio aveva una malformazione cardiaca e che avrebbe dovuto subire ogni due mesi trapianti di cuore. Ho partorito, ma purtroppo poco dopo è morto. È stato devastante. L'ho potuto tenere per 15 secondi in braccio. Non potrò mai dimenticare l’odore dei suoi capelli. Quando è morto l'ho ripreso e l'ho sentito come un pezzo di ghiaccio. Oggi è il mio angioletto perché mi ha salvato la vita. Non sapevo di avere anche io un difetto cardiaco, non sarei arrivata a trent'anni». 

«Sono stata in silenzio per tutto questo tempo perché ho sempre pensato di non essere un esempio da seguire. Mi sentivo una fallita e mi sono detta, devo trovare il modo per cambiare la mia vita», ha concluso.
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Febbraio 2019, 09:11
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