Email infette, allarme sicurezza: colpito un italiano su due

Email infette, allarme sicurezza: colpito un italiano su due

di Alessio Caprodossi
In lungo e in largo sul web ma senza protezione. Curioso il modo di vivere la Rete da parte degli italiani che, senza smettere mai di essere connessi, si espongono ancora troppo ai pericoli. Concetto che vale doppio per neofiti e minori, incapaci di dosare l'utilizzo degli strumenti digitali. A loro e all'uso responsabile della Rete, oggi è dedicato il Safer Internet Day, appuntamento annuale internazionale nato nel 2004 con il supporto della Commissione europea.
Sempre più numerose le insidie online: bullismo, bufale e contatti indesiderati le minacce più diffuse secondo il Digital Index 2019 di Microsoft, ricerca condotta su adulti e adolescenti di 22 Paesi a proposito di educazione civica digitale e sicurezza online. L'Italia si è piazzata al nono posto per l'esposizione ai pericoli del web, con il 64,5% degli intervistati che afferma di essere stata vittima diretta o indiretta (cioè attraverso amici o famigliari) di uno dei tre fenomeni sopracitati.

Basti un altro dato: il 54% degli italiani è stato già vittima di phishing, ovvero di email contraffate al fine di carpire codici segreti e password per dar vita alle truffe più svariate. In particolare, da noi è molto più alta rispetto alla media globale (48% contro 36%) imbattersi in utenti che insistono per socializzare online nonostante il diniego dell'interlocutore. Più della metà dichiara di esser stata denigrata almeno una volta, mentre le notizie false circolano in Italia con più facilità e costanza (62%) contro il 57% del resto del mondo.
Un altro aspetto delicato relativo alla massiccia presenza online è la protezione delle informazioni personali, dati che fanno gola ai pirati informatici. Come certifica una ricerca di Google, in cima alle preferenze degli internauti c'è la difesa dei dati bancari, messi a repentaglio dalle email di phishing (cioè messaggi fraudolenti che imitano nella grafica e nel contenuto il testo di aziende fornitori di servizi, con la richiesta di dati riservati come password e numero di carta di credito), ricevute dal 54% dei partecipanti alla ricerca.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Febbraio 2019, 09:22
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