Sanremo 2019, Ex-Otago: «Portiamo il nostro apertitivo al Festival»
di Ferro Cosentini
Al Festival “gli Otaghi” (come si chiamano loro declinando il loro nome anche in aggettivo, tipo: «noi facciamo cose otaghe») porteranno Solo una canzone, che non è un modo per sminuirli ma proprio il titolo del brano che è poi - spiega l’anti-leader Maurizio Carucci - «l’unica canzone d’amore del disco, una ballata che racconta la fase d’amore meno sfruttata. Tutti cantano l’inizio e la fine di un amore: noi il durante. Quando ogni giorno devi re-innamorarti e ritrovare il mistero tre le cosce del tuo partner». Concetto chiaro, e intuizione originale.
Sul palco dell’Ariston gli Ex Otago vorrebbero duettare di venerdì «o con un mostro sacro o con un volto fresco», tertium non datur, e tutto ancora in alto mare. E a proposito di mare, benché genovese, Maurizio Carucci ha fatto la scelta di vita di vivere in montagna, a gestire un’azienda agricola, Cascina Barban: «Da quando ho 20 anni abito in un borgo del ‘600 in Piemonte, coltivo cereali e legumi, ho il mio vino, due asine, Nina e Pioggia, un puledro di nome Nicola».
E la vita da band, e i tour come il “Cosa fai questa notte?” che parte a marzo? «Noi Otaghi viviamo in equilibrismo perenne – spiega Carucci – Ecco non rifarei le sessanta date in due mesi e mezzo del 2017, io ho la semina».
Il giallo sul titolo dell’album, si risolve nel finale: «Il Corochinato è un aperitivo tipico genovese, lo trovi in due bar in croce, è vino scarso aromatizzato con erbe. È il simbolo di un disco serale-notturno»
Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Gennaio 2019, 14:15
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