Johnny Depp: «Abbandonato dai pirati, ma ora voglio rinascere»

Johnny Depp: «Abbandonato dai pirati, ma ora voglio rinascere»

di Alessandra De Tommasi
C’è riuscito Robert Downey Jr. e (forse) ce la farà anche Johnny Depp: rinascere dalle proprie ceneri a Hollywood sembra lo sport più praticato. Tagliato fuori dal reboot de I pirati dei Caraibi, accusato di maltrattamenti dall’ex-moglie Amber Heard e criticato dai fan per il ruolo nel franchise di Harry Potter (Animali fantastici: i crimini di Grindelwald, in home video da marzo): dopo aver toccato il fondo, può solo risalire. Lo ha raccontato al Festival di Zurigo presentando Richard says goodbye, un film su malato terminale che passa in rassegna la propria vita per chiuderla in bellezza.
Di sicuro il tema delle seconde occasioni sembra ricorrente negli ultimi lavori, compreso City of lies, al cinema in questi giorni.
Di cosa tratta il film?
«È la storia vera di Russell Poole, un ex detective della polizia di Los Angeles determinato a tutto per inseguire la verità sugli omicidi irrisolti di due star del rap. Persino dopo vent’anni si ritrova ossessionato da questa vicenda che gli è costata ogni cosa, famiglia, lavoro… e la sua vita».
Cosa cerca in generale in un ruolo?
«Voglio essere sorpreso, scoprire cose nuove: trovo noioso interpretare personaggi in cui rivedo, anche solo una parte di me stesso».
È stato così anche con Jack Sparrow?
«La sua irriverenza mi ha regalato una libertà immensa. Grazie a lui sono entrato in contatto con le nuove generazioni, anche se ancora mi fa strano pensare che esistano attrazioni nei parchi divertimenti dedicati al personaggi».
Un incontro che le ha cambiato la vita?
«Tim Burton: leggendo il copione di Edward mani di forbice mi sono messo a piangere ma non pensavo avrebbe preso in considerazione un novellino come me. Sono andato lo stesso al bar dove avevamo appuntamento e l’ho notato subito, con i capelli arruffati e mille idiosincrasie».
Com’è andata?
«Ci siamo trovati subito bene, abbiamo un’infanzia simile e siamo finiti a parlare per tre ore e mezza bevendo 15 tazze di caffè. Poi è sparito per un mese, quando mi ha chiamato per offrirmi la parte mi ha mandato in tilt».
Perché?
«Un personaggio così puro ha rappresentato per me una rinascita, quell’innocenza mi ha stregato. L’ho riscoperta tanti anni dopo quando sono diventato padre, il dono più grande mai ricevuto, un amore incondizionato che ti sopravvive e dura per sempre».
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Gennaio 2019, 14:51
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