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Per fortuna l'asteroide ha solo 'sfiorato' il nostro pianeta, la cui forza di gravità ne ha piegato l'orbita. «Un passaggio così ravvicinato sottopone l'orbita dell'asteroide a una straordinaria perturbazione perché il corpo celeste 'sente', per così dire, fortemente la gravità della Terra» rileva l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.
ERA GIÀ SUCCESSO Non è la prima volta che un asteroide passato molto vicino venga scoperto dopo il passaggio. Nel 2017, a esempio, ben 5 salutarono la Terra in tre giorni, e alcuni furono scoperti dopo il transito. «C'è un caso maestro: l'asteroide di Chelyabinsk, che più grande di questo e addirittura non è stato proprio visto» osserva Masi. Quindi «accade che asteroidi che passano vicino alla Terra vengano 'persi' o scoperti in ritardo e questo dipende da più fattori». A esempio, dalle dimensioni, «se sono piccoli sono più difficili da osservare», dal fatto che durante il massimo avvicinamento «si muovono in fretta e quindi fatichiamo a evidenziarli al telescopio».
Inoltre, conclude l'astrofisico, «è fondamentale anche la posizione reciproca fra asteroide Terra e Sole che magari crea un geometria non favorevole all'osservazione, come nel caso di Chelyabinsk» che era arrivato dalla direzione del Sole e non si poteva osservare.
Per questa ragione sono cruciali i progetti che puntano a censire tutti i corpi celesti che si avvicinano alla Terra, in modo da conoscere le orbite e prevedere i futuri passaggi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Gennaio 2019, 15:57
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