Sanremo 2019, Pierdavide Carone e Dear Jack: «Riportate al Festival il brano sulla pedofilia»

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di Marco Castoro
Caramelle è il brano di Pierdavide Carone e Dear Jack che non è riuscito a convincere la commissione di Sanremo. Quindi niente Festival per una canzone molto coraggiosa, che per la prima volta denuncia la piaga della pedofilia. Come è stata ascoltata in radio è subito cresciuto il consenso, trasversale, arrivato sia dal basso sia da cantanti e addetti ai lavori come Giorgia, Roby Facchinetti, Fedez, Ermal Meta. E ora, visto l'interesse che sta suscitando, non è da escludere che il brano possa essere presentato all'Ariston, ma tra gli ospiti. «Sarebbe importante spiega Carone, che si esibirà con i Dear Jack l'11 gennaio al Memo Club di Milano e il 12 al Be'er Sheva di Rieti - A noi non interessa la gara ma dare voce a tutte quelle persone che ci stanno scrivendo in privato. Bisogna far sì che la canzone faccia calare il velo dell'ipocrisia e faccia aprire gli occhi su questa piaga. E Sanremo è un grandissimo palcoscenico».
Ma come nasce l'idea?
«Venivo da giorni di frustrazioni personali sottolinea Carone - siamo un po' tutti vittime di abusi che possono essere familiari, lavorativi, di amicizia. I miei, lavorativi, hanno sfociano nel personale, al punto che ti vedi dentro un limbo, dal quale non riesci a emergere, ho subito una tale violenza che mi ha scosso. Nulla di paragonabile agli abusi sessuali, tuttavia in quei giorni mi sono fatto trapassare da queste parole che avevo dentro e ho sentito il dovere di portarle fuori. Non ho cercato io questa storia, è questa storia che ha cercato me».
E i Dear Jack come mai si sono buttati in quest'avventura un po' diversa dal vostro genere?
«Ci siamo buttati è il termine giusto sottolinea Lorenzo Cantarini, chitarra e voce dei Dear Jack - Non c'è stato nulla di premeditato ma una sorta di chiamata. Io e Pierdavide ci conosciamo da anni, con Alex Britti, abbiamo suonato insieme. Quando ascolti una canzone come questa o ti tiri indietro e perdi, oppure ti assume la responsabilità».
Il testo è crudo, difficile da cantare
«Con la band gli abbiamo dato grinta, un tono di carica, di speranza, di riscatto, di energia positiva aggiunge Cantarini - Spesso quando si affrontano temi sociali si rischia di scadere nella retorica. Per questa ragione noi siamo stati sempre lontani da certe tematiche. Ma in Caramelle non ci sono lieto fine e retorica, si tratta di una fotografia. C'è la denuncia ma non il moralismo: questo è un punto di forza. E al di là del Festival il brano sta trovando la sua strada perché ha forti gambe proprie».
Nel testo c'è anche una frase del pedofilo: Non sono estraneo, io ti conosco, vengo dal tuo stesso posto. Quindi l'orco vive nel contesto?
«I carnefici spiega Carone - possono essere il vicino di casa che getta la spazzatura con un sorriso, oppure vivere all'interno del nucleo familiare: io credo che il mostro non arrivi da Marte ma da molto vicino».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Gennaio 2019, 19:14
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