E mentre si attende l'esito di questa richiesta, dall'altra parte del mondo, in Argentina, la sede dell'ambasciata italiana a Buenos Aires diventa patrimonio culturale. La Commissione Nazionale per i Monumenti Storici dell'Argentina ha infatti incluso Palacio Alvear nella lista del patrimonio artistico del paese riconoscendo il valore storico e architettonico. La decisione, annunciata in occasione della visita in Argentina del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stata formalizzata con il decreto firmato dal presidente della repubblica argentino Mauricio Macri che è stato consegnato all'ambasciatore d'Italia Giuseppe Manzo dal ministro della Cultura Pablo Avelluto durante un ricevimento ospitato proprio nello storico edificio della capitale.
In occasione della cerimonia è stato inoltre inaugurato il nuovo sistema di illuminazione dell'ambasciata realizzato con la sponsorizzazione dell'Enel, che consente una riduzione di oltre il 70 per cento del consumo e che per l'occasione ha permesso di illuminare la facciata dell'edificio con i colori delle bandiere italiana e argentina.
A Palazzo Alvear, che dal 1924 ospita la sede diplomatica italiana a Buenos Aires, è dedicato il libro fotografico «Il Tricolore sulla Libertador» realizzato dall'Ambasciata e dall'Istituto Italiano di Cultura e presentato in occasione della visita a Buenos Aires di Conte. L'edificio oggi patrimonio artistico argentino, fu proprietà di Federico de Avear e di sua moglie, Felisa Ortiz Basualdo, esponenti della predilezione argentina per la cultura francese nella prima metà del XX secolo. La sua architettura è ispirata, con varianti, all' Hotel de Biron, costruito a Parigi intorno al 1730 da Jacques-Ange Gabriel e Jean Aubert per l'uomo d'affari Peyrenc de Moras ed oggi sede del Museo Rodin.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Dicembre 2018, 23:29
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