L'Italia affonda in Polonia 94-78. Il pass mondiale è rimandato
di Marino Petrelli
LA PARTITA
Fuori la temperatura è abbondantemente sotto lo zero, dentro la Ergo Arena di Danzica invece fa molto caldo. I polacchi, dopo la vittoria abbondante di giovedì scorso, 105-78 contro l’Olanda, vogliono tenere aperta la vicenda qualificazione. L’Italia piange la scomparsa di Gianni Asti, che con Torino ha raggiunto la semifinale scudetto nella stagione 1980/81, perdendo di un punto contro la Billy Milano. In quella squadra c’era Meo Sacchetti, oggi visibilmente emozionato. Si parte con lo stesso quintetto con cui ha affrontato e vinto contro la Lituania tre giorni fa a Brescia, ovvero Luca Vitali, Tonut, Aradori Polonara e Burns. L’avvio è scintillante per Tonut che segna sei dei primi otto punti per l’Italia, ma la Polonia è ancora più brillante in attacco e con un Lampe in grande spolvero prova a scappare: 16-8 al quinto. Gli azzurri non hanno alcuna reazione e il divario si dilata: 20-10, poi 24-14. Il primo quarto si chiude 31-18. Sacchetti (padre) rinuncia ai suoi lunghi, o presunti tali, per giocare con un quintetto molto piccolo, mettendo Ale Gentile come numero quattro e addirittura Sacchetti (figlio) sotto canestro. Filloy e Abass trovano due triple per il meno otto, 41-33, ma si va al riposo lungo sotto 52-41 con la tripla di un Sokolowski scatenato. L’Italia tira appena 4/13 da tre, Aradori è ancora senza punti segnati, Abass è a quota 13.
L’Italia prova a rientrare, 56-47 con Aradori, ma Waczynski e l’ex Biella Slaughter riallungano sul 64-47. Sacchetti chiama sospensione e chiede “di prendersi qualche rischio” Così è: i canestri di Aradori e Biligha e una difesa più intensa danno il meno sei, 65-59 al 28esimo. A dieci dal termine la Polonia è ancora avanti, 73-65 nonostante un gioco da quattro punti, canestro da tre e tiro libero, di un Gentile finalmente ispirato. Azzurri in apnea ad inizio ultimo quarto, non si segna per cinque minuti e la Polonia vola sull’82-65 grazie ai canestri di un ispirato Koszarek. Filloy, nel momento del bisogno segna la tripla dell’84-70 al 37esimo. Lampe fa ancora male da sotto, 92-76, a 90 secondi dal termine e l’Italia ha paura. La partita è segnata, ma la differenza canestri è salva. Finisce 94-78. Ora a febbraio non possiamo più sbagliare.
Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Dicembre 2018, 23:26
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