Generazione Z e social: i più giovani si fanno meno selfie dei 'vecchi' e conoscono meglio i rischi

Generazione Z e social: i più giovani si fanno meno selfie dei 'vecchi'
La stragrande maggioranza degli adolescenti ritiene utili i social media e vi si rapporta meglio dei Millenials, la generazione precedente che ha contribuito a rendere mainstream l'uso di queste piattaforme. Ed è meno vanitosa, si fa meno selfie. Ma è anche consapevole degli aspetti di pericolosità come il cyberbullismo. È la fotografia scattata dall'ultima indagine del Pew Reasearch Center, dal titolo «Teens' Social Media Habits and Experience», e condotta su 743 ragazzi americani di età compresa tra i 13 e i 17 anni.

Dall'indagine emerge che i ragazzini usano perlopiù i social media per parlare delle loro esperienze familiari (il 43%), mentre il 44% dei post è attribuibile ai loro successi. Le convinzioni politiche occupano solo il 9% dei messaggi. E circa la metà dei ragazzi non scrive o raramente posta selfie, solo il 16% dice di farlo spesso. Mentre il 15% degli intervistati ha dichiarato di nascondere il contenuto dei post ai genitori e il 29% ha dichiarato di non farlo mai. E ancora. L'81% dei ragazzi ha detto i social li fanno sentire più legati agli amici, il 71% che li aiutano a mostrare il proprio lato creativo, il 69% a fare amicizia con un gruppo più diversificato di persone (anche dal punto di vista etnico) e il 68% sente di avere un supporto dalle persone nei momenti difficili. Il 37% pensa che i social media aiutino a trovare informazioni affidabili, solo il 7% dice aiutano molto a questo scopo. Solo 1 su quattro sente la pressione di postare mentre il 37% si sente coinvolto in feedback, like e commenti.

Altro dato positivo dello studio è che il 45% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato colpito da episodi negativi online, con oltre la metà di questo gruppo che ha menzionato il bullismo come motivo di disconnessione da qualcuno. «Pensiamo spesso che gli adolescenti postino solo selfie, in realtà sono impegnati a costruire connessioni più interessanti, spiega Monica Anderson del Pew Research Center, aggiungendo però che
«c'è ancora molto da imparare sulle sfumature delle esperienze degli adolescenti sui social e da scavare di più in merito a molestie, sicurezza e libertà di parola».
Senza contare che è aumentata in maniera esponenziale la penetrazione di smartphone e dispositivi mobili tra gli adolescenti, vicina al 95% secondo una precedente ricerca Pew di giugno. Sempre lo stesso studio ha certificato una crollo di Facebook tra i giovanissimi, con un avanzamento di YouTube, Instagram e Snapchat.

Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Dicembre 2018, 09:32
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