Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria, in seguito ad appostamenti e pedinamenti, hanno consentito di sorprendere il sedicente invalido mentre svolgeva normali attività quotidiane non compatibili con lo status di «cieco assoluto», da lui ricoperto dall'anno 2001, come muoversi senza alcun ausilio o accompagnatore in strade e su terreni, anche sconnessi, raccogliere e sbucciare frutti, ripararsi la vista con la mano dai raggi solari, spostarsi da un luogo all'altro in maniera 'fluida.
L'invalidità attestata risultava documentata da certificati rilasciati dai due medici denunciati per falso, sulla base dei quali l'Istituto di previdenza riconosceva la pensione di invalidità al 100% e pertanto anche l'indennità di accompagnamento. Sulla base della ricostruzione della Guardia di Finanza, su richiesta dell'autorità giudiziaria, è stato notificato ai tre indagati l'avviso di conclusione indagini, a firma del P.M. - il sostituto procuratore Benedetta Callea.
Ora il falso cieco dovrà restituire all'INPS le somme percepite indebitamente.
Ultimo aggiornamento: Sabato 10 Novembre 2018, 20:28
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