De Falco tra i dissidenti M5S: «Difendo i valori del Movimento». Dal “torni a bordo c...” all'espulsione?

De Falco tra i dissidenti M5S: «Difendo i valori del Movimento». Dal “torni a bordo c...” all'espulsione?

di Domenico Zurlo
Dal «torni a bordo cazzo» alla possibile cacciata: Gregorio De Falco era il simbolo delle candidature del Movimento 5 Stelle alle elezioni dello scorso 5 marzo, ma ora si ritrova tra i cinque dissidenti dello stesso M5S sul decreto sicurezza (nella foto in basso, Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes, Matteo Mantero e Virginia La Mura), fino al deferimento al collegio dei probiviri.

Decreto sicurezza, lo strappo dei dissidenti del Movimento 5 Stelle

In un'intervista a Repubblica il senatore, diventato celebre per la sua telefonata infuocata al comandante Francesco Schettino in piena crisi durante il naufragio della Costa Concordia, dice di aver appreso del deferimento in maniera informale da un'agenzia di stampa, «ma rifarei tutto in modo identico. Ho agito non solo nel rispetto della Costituzione, ma degli stessi valori del Movimento».



All'accusa di tradimento, De Falco risponde: «Sono uscito dall'aula per abbassare il quorum proprio per non creare difficoltà al governo» e aggiunge di non temere di essere espulso: «Non avendo fatto nulla, non devo temere nulla». Sulle voci che lo accusano di volersi fare cacciare e tenere lo stipendio, De Falco osserva: «Sarebbe un ragionamento ben strano, mi starebbero facendo un favore. Vorrei capire chi mette in giro queste voci».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Novembre 2018, 12:31
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