Rivoluzione Wimbledon, tie break al quinto set: «Ma solo dal 12-12». Salvo il record del 2010
di Domenico Zurlo
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L'americano Isner e il francese Mahut impiegarono 11 ore e 5 minuti (spalmati in tre giorni) per finire quella partita: l'ultimo set finì 70-68 per Isner. Con la nuova regola, che prevede il tie-break anche al quinto set (non dal 6-6 come negli altri set e in molti altri tornei, ma solo dal 12-12) non potrà più succedere. Una decisione molto british, che entrerà in rigore dal 2019 e sarà valida in ogni torneo della prossima edizione.
Quella tra Isner e Mahut non era stata certo l'unica 'battaglia' interminabile di Wimbledon. L'anno scorso lo stesso Isner era stato protagonista di un'altra lunghissima battaglia in semifinale con Kevin Anderson, vinta dal sudafricano dopo un quinto set di tre ore chiuso sul punteggio di 26-24: e come dimenticare la memorabile finale del 2009 tra Roger Federer e Andy Roddick, vinta in cinque set dallo svizzero con un 16-14 al quinto set.
Il major londinese diventa così il secondo torneo dello Slam che prevede il tie-break dopo l'Us Open, dove però è previsto già dal 6-6 come nella maggior parte dei tornei. Si va invece avanti ad oltranza, finché un giocatore non vince due game di fila, all'Australian Open e al Roland Garros. «Riteniamo che un tie-break al quinto sul 12-12 sia il giusto punto di equilibrio tra il dare la possibilità ai giocatori di completare la partita ai vantaggi e la certezza che il match si chiuda in un periodo di tempo accettabile», ha sottolineato il presidente dell'All England Lawn Tennis Club, Philip Brook.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Ottobre 2018, 16:01
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