Raid nel bar alla Romanina, Casamonica urla alla testimone in aula: «Dì che ti ho aiutato!»

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L'ha interrotta mentre deponeva e subito dopo che aveva confessato di avere paura dei Casamonica. E davanti ai giudici le ha intimato urlando: "Di che ti ho aiutato". Così Antonio Casamonica, imputato per l'aggressione al Roxy bar alla periferia di Roma, alla donna didabile aggredita e presa a cinghiate da alcuni componenti del clan nel corso del raid compiuto il primo aprile scorso al Roxy Bar, un caffè in zona Romanina a Roma. Casamonica ha urlato dal gabbiotto degli arrestati mentre la donna stava testimoniando. 

Dopo l'aggressione la donna ha avuto 27 giorni di prognosi per le percosse subite, che le hanno causato anche un versamento polmonare. La teste, che ha anche una disabilità fisica, ha ricordato che durante l' aggressione nessuno si è opposto e nessuno l'ha aiutata.  

«Ha paura a uscire di casa, so che i parenti della famiglia Casamonica hanno cercato di sapere dove abito. Sono stata l'unica a oppormi a quanto accadeva nel bar, nessuno lì dentro è intervenuto per difendermi»  ha detto testimoniando in aula.  

Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Ottobre 2018, 14:03
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