Venom, che noia il cattivone vecchia maniera
di Boris Sollazzo
Il buon Tom è un signore attore, fa un ottimo lavoro in lingua originale, ma non dà spessore né efficacia al tono da commedia che ha, spesso, questo buddy movie in un corpo solo, con un parassita - ma non chiamatelo così - e il suo corpo ospite che si fanno lunghe chiacchierate, confidenze, si sfottono ma sotto sotto si affezionano l'uno all'altro. Una dinamica che era vecchiotta già ai tempi di Beverly Hills Cop. Venom è un frullato di archetipi Marvel d'annata, ma in tempi di Avengers: Infinity War è come considerare credibile e godibile, in questo secolo, l'Hulk di Lou Ferrigno. Questo cattivone che stacca teste ma in buona parte del film ti fa cadere altre parti anatomiche, non ai nemici ma a te spettatore, ti fa proprio quell'effetto lì: tenerezza divertita, nei momenti migliori. Un po' poco per un personaggio che nei fumetti è complesso e inquietante. Manca tutto: scene d'azione degne non degli Avengers ma almeno di Ant-Man, inspiegabilmente non c'è l'Uomo Ragno (citato nell'unica scena decente, il bacio tra Michelle Rodriguez e Venom-Hardy), non è abbastanza dissacrante né sufficientemente epico, non ha colpi di scena e non ci racconta nulla di nuovo del Marvel Universe. Troppo cattivi? No, se è vero che proprio Hardy ha detto che «i miei 40 minuti preferiti del film sono stati tagliati».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 09:07
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