Epidemia di polmonite: 12 casi di legionella, tre morti e 196 ricoveri

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La legionella uccide a Brescia e Lecco. L'allarme si allarga nel Nord Italia. Nel Bresciano un caso sospetto è diventato caso accertato. È morta infatti per polmonite da legionella una 69enne bresciana, lo scorso 7 settembre a Mezzane di Calvisano, paese diventato celebre nel mondo per la produzione di caviale.

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Lo ha stabilito l'autopsia disposta da Ats di Brescia quando la famiglia della donna, Guglielmina Castelletti, stava già organizzando i funerali. Sale così a due vittime il bilancio dell'epidemia che sta interessando la Bassa bresciana orientale. I Comuni più colpiti sono Carpenedolo, Montichiari, Asola, Remedello, Calvisano, Acquafredda, Desenzano, Isorella e Visano. Paesi che si trovano tutti lungo il percorso del fiume Chiese, ora sotto osservazione come possibile fonte dell'epidemia batterica.

«Sono stati 235 gli accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate di cui 9 in terapia intensiva, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella», ha spiegato l'assessore al Welfare Giulio Gallera che in mattinata ha riferito in Consiglio Regionale e nel pomeriggio ha incontrato i vertici di Ats a Brescia. «Diamo un messaggio tranquillizzante perché l'acqua si può bere, non è un problema legato alle condutture dell'acqua pubblica, dato che le indagini fatte sui pazienti fanno propendere per la legionella che non si trasmette bevendo acqua o da persona a persona», viene assicurato da Ats.

«Non ci sono più nuovi casi e i numeri si riferiscono alla ricostruzione delle polmoniti che si sono sviluppate tra il 3 e il 7 settembre», ha aggiunto Gallera che entro l'inizio della prossima settimana avrà a disposizione le relazioni sui campionamenti effettuati in 111 siti della Bassa bresciana. Oltre alle indagini mediche ci sono poi quelle condotte dai carabinieri del Nas su ordine della Procura di Brescia che indaga per epidemia colposa.

«La curva epidemica è in calo» ha spiegato Gallera aggiungendo: «In 12 casi, sul numero totale di ricoveri, è stato accertato che si tratta di legionella». Il caso più grave attualmente è quello di un 29enne di Roè Volciano, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, ricoverato all'ospedale San Gerardo di Monza dove è stato collegato alla macchina Ecmo. Si era presentato al Pronto Soccorso di Gavardo, nel Bresciano, il 4 settembre con la polmonite. In Brianza è morto sabato scorso all'ospedale di Desio un uomo di 82 anni, residente in provincia di Lecco, che sarebbe stato stroncato da una polmonite da legionella. Saranno invece gli accertamenti medici a stabilire la natura della morte di una donna di 61 anni deceduta in una nota clinica di Torino nei giorni scorsi. Si tratta di un sospetto caso di legionella in un quadro clinico già compromesso al momento del ricovero avvenuto dopo una vacanza al mare durante la quale potrebbe aver contratto il batterio.

Allarme anche a Ferrara dove si è invece registrato dall'inizio dell'anno la settima vittima di Febbre del Nilo.
Un uomo di 78 anni è infatti morto dieci giorni dopo il ricovero nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale Sant'Anna.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Settembre 2018, 09:48
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