Pippo Baudo: «A quest'Italia manca la Dc»

Pippo Baudo: «A quest'Italia manca la Dc»

di Marco Castoro
Pippo Baudo ha appena spento 82 candeline. Il compleanno più bello?
«Come faccio a ricordarli tutti. In genere è sempre l’ultimo, quello più vissuto».

Della sua lunghissima carriera, invece, il momento più bello?
«Forse la serata con Mina, Mike, Tortora e Corrado. Un’icona per la storia della televisione. Un’emozione fortissima perché ero l’ultima ruota del carro, chiamato a far parte della corte dei grandi. Ricordo che mi dicevano stai un passo indietro, forse perché ero troppo alto. Ma non c’era cattiveria. Siamo diventati subito amici».

Una caratteristica per ciascuno dei suoi colleghi…
«Mike esempio massimo di professionismo. Corrado, ogni spazio era un’occasione per piazzare una battuta. Tortora uomo di grande cultura».

Nostalgia della Tv in bianco e nero?
«Era più romantica. Dava più immaginazione al pubblico che la guardava».

Quella sua arrampicata sulla balconata di Sanremo per raggiungere il disoccupato. Una trovata per gli ascolti?
«Quel Sanremo 1995 è stato il più visto di sempre, dopo quello dei 17 milioni del 1987. Quindi non avevo nessun motivo per ricorrere a un espediente così misero».

Ha avuto paura?
«Tanta. Ho fatto una cosa pericolosa».

Ha agito di istinto o ha parlato con qualcuno?
«Non mi sono consultato. Sono salito su. La polizia avrebbe dovuto proibirmi di scavalcare la transenna della galleria, invece di fare un passo indietro e farmi passare. Per fortuna è finita bene e ho convinto la persona a scendere».

Quanto le manca la tv?
«Se significa giovinezza, freschezza, un periodo fisicamente di grande vitalità ed energia, direi tanto. In tv bisogna essere agonisticamente attrezzati».

C’è qualcosa che bolle in pentola?
«Faccio volentieri l’ospite d’onore quando mi chiamano. In questo ruolo funziono e mi diverto moltissimo».

La tv di oggi è migliorata o peggiorata?
«C’è un divenire, personaggi con caratteristiche diverse, i gusti cambiano. I televisivi di adesso non sono scadenti rispetto a quelli di ieri. Sono solo diversi. Ogni tv è figlia del suo tempo. Il Paese, il costume la politica sono cambiati: come si fa a fare un confronto».

A proposito di politica, le manca la Dc?
«Manca a me. Manca a tutto il Paese. Un partito forte, determinato e pieno di grandi personaggi e di uomini come la Dc farebbe comodo anche oggi. Purtroppo non c’è più». 
 
Dei populisti al governo cosa pensa?
«Che ci proveranno. Hanno una maggioranza enorme, godono dell’appoggio notevole dell’opinione pubblica. Certo la situazione è difficilissima, dal punto di vista gestionale, però onestamente come italiani bisogna fare gli auguri di buon lavoro».

Farebbe il presidente Rai se glielo chiedessero?
«Ho già dato, facendo per due anni il direttore artistico con la Moratti. Oggi una carica del genere anagraficamente non la sopporterei perché piena di lavoro e con tanti rischi».

La sua ex consorte, Katia Ricciarelli, non smette mai di scagliarle delle frecciatine… 
«Non mi toccano».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Giugno 2018, 17:40
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