L'appello dell'attore Marcello Mazzarella: «Mio figlio detenuto ingiustamente in Giappone, combatto per liberarlo»

L'appello dell'attore Marcello Mazzarella: «Mio figlio detenuto ingiustamente in Giappone, combatto per liberarlo»

di Simone Pierini
«L'amore di un padre, la mia determinazione, il fatto che sono Siciliano di sangue, la Vostra fratellanza mi danno una forza incredibile. Sono qui per combattere e lo farò come sempre per dare luce all'unica forma di Giustizia possibile». Così su Facebook si sfoga l'attore Marcello Mazzarella, il cui figlio Piero Vincent protagonista di un incidente in bicicletta e dal 2 maggio in stato di fermo nella caserma di Ikegami, in Giappone.



Va avanti, con l'assistenza dell'Ambasciata italiana a Tokyo, l'indagine legale che vede coinvolto il ragazzo di 27 anni, figlio dell'attore siciliano. Si trovava in vacanza in Giappone e sarebbe dovuto rientrare in Italia il 10 maggio. In quello che nella ricostruzione dei fatti appare un incidente fortuito, Piero ha investito con la sua bicicletta una donna causandole la frattura di un osso del bacino. Pur fermandosi e prestando assistenza alla donna, la polizia ha arrestato il giovane decidendo successivamente di prolungare lo stato di fermo in carcere.
 


«Conto su tutta la solidarietà dei Siciliani - prosegue l'attore sulla sua pagina Facebook - del mondo del Cinema e di tutti voi che avete un cuore nobile. Sono vicino a mia figlia e alla madre di Piero e a tutti coloro che lo conoscono. Gli angeli continuano a lavorare per risolvere al meglio».



Un caso di cui si sta occupando l'ambasciata italiana, in attesa che si pronuncino le competenti autorità nipponiche: «L'Ambasciata segue con la massima attenzione - sin dai primissimi momenti - il caso del nostro connazionale, assicurando ogni consentita forma di assistenza consolare», ha spiegato all'Ansa l'ambasciatore italiano Giorgio Starace.
 


«Abbiamo visitato Piero Mazzarella più volte, da ultimo io personalmente nella giornata di martedì, trovandolo sempre in buone condizioni di salute e tenendo tempestivamente aggiornata la famiglia. Siamo inoltre in stretto contatto con il legale del connazionale. L'Ambasciata si sta dunque adoperando con la massima priorità e con il pieno utilizzo delle nostre risorse affinché il caso venga quanto prima risolto». Il sistema giudiziario giapponese consente alla polizia e agli inquirenti di disporre uno stato di fermo, prima ancora di formulare un'imputazione, fino a 23 giorni. Nel corso di questo periodo i diritti alla difesa sono molto ristretti. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Maggio 2018, 13:44
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