Acciaierie Venete, il giallo del perno. Stabili i tre operai. «Papà, è un miracolo, sono vivo»

Acciaierie Venete, il giallo del perno. Stabili i tre operai. «Papà, è un miracolo, sono vivo»

di Alda Vanzan - Marina Lucchin
PADOVA - Perché un perno praticamente nuovo di zecca, e per giunta verificato non più tardi di qualche settimana fa, improvvisamente ha ceduto? Non è che, magari, aveva qualcosa che non andava sin da quando è stato costruito e nessuno se ne era accorto? Un difetto. Di questo si parla a mezza voce alle Acciaiere Venete di Padova. Un perno nuovo di zecca ma, chissà, forse lesionato sin da quando è stato costruito. Del resto, la dinamica dell'incidente che domenica mattina ha ferito quattro operai nello stabilimento padovano di Riviera Francia, di cui due in maniera grave con ustioni su tutto il corpo, non riesce a trovare spiegazione. L'azienda, presieduta da Alessandro Banzato, ufficialmente tace, ma fonti interne ribadiscono che tutti i protocolli di revisione sono sempre stati rispettati. Terribile il racconto dei sopravvissuti, come Simone Vivian, 34 anni, residente a Vigonovo: «E' stato un inferno di fuoco, ma sono vivo» è il messaggio inviato subito al padre. E' stato dimesso ieri notte con una prognosi di 15 giorni.

IL BOLLETTINO MEDICO.  Sono stabili, anche se ancora molto gravi, le condizioni dei tre operai rimasti feriti con ustioni in gran parte del corpo e ricoverati negli ospedali di Padova, Cesena e Verona. Sergio Todita, 39 anni, moldavo, Marian Bratu, 43 anni, di origine rumene sono i più gravi. Colpito dall'esplosione anche David Frederic Gerard Di Natale, 39 anni, italo-francese.
Rimane sotto sequestro lo stabilimento di Riviera Francia.
Ferme tutte le attività, al di là di poche operazioni di carico e scarico.

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Maggio 2018, 11:42
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