Tinte per capelli e cosmetici a rischio: «Senza ammoniaca? Peggio degli altri»
di Domenico Zurlo
TINTE PER CAPELLI Si parte da Michele Rinaldi, professione parrucchiere, costretto a lavorare con i guanti perché le sue mani sono quasi sfigurate: colpa di una sostanza chimica, la parafenilendiamina, contenuta in quasi tutte le tinture, una sostanza tossica molto pericolosa. Potenzialmente innocua per il consumatore - una donna, ad esempio, che fa la tintura una volta al mese, ha il tempo di smaltirla - può essere però un grosso problema per chi maneggia queste tinture abitualmente, come fa appunto un parrucchiere.
Per ovviare al problema dell’allergia a questo tipo di sostanze, Michele usa tinture a base di prodotti naturali e piante: ma può accadere di avere tra i clienti qualcuno che ha utilizzato, magari anche un mese prima, una tintura chimica, e l’effetto sulle sue mani è subito evidente. Sky intervista anche una sua cliente, che racconta di aver avuto uno choc anafilattico dovuto ad uno di questi prodotti, fino a svegliarsi in piena notte con il viso gonfio.
L’equivoco nasce spesso da un prodotto contenuto nelle tinture, l’ammoniaca, che in alcuni casi, “per sicurezza”, viene sostituito dalla monoetanolammina, senza odore e che in teoria dovrebbe essere più sicura. Ma che in realtà è anche più dannosa dell’ammoniaca stessa, perché è nociva a contatto con la pelle e anche se inalata. Stesso discorso per la resorcina, sostituita dal 4 chloro-resorcinolo, simile se non peggiore. In altre parole, comprare prodotti “senza” questa o quella sostanza non ci mette affatto al sicuro dai pericoli, anzi spesso li aumenta.
COSMETICI 10 miliardi è la spesa annua per i cosmetici in Italia: 160 euro a testa (contro i 25 euro dei cinesi). Prodotti non sempre sicuri, anzi tutt’altro, dalle creme ai profumi ai trucchi ai rossetti. Dall’esempio di una ragazza allergica al nichel - presente quasi ovunque nei cosmetici, anche nei macchinari che li producono - che ha sofferto di dermatite alle guance e labbra gonfiate improvvisamente fino ad impedirle di parlare, si parla degli effetti dannosi dei cosmetici meno sicuri.
Come per i vestiti, il problema nasce nei prodotti di importazione extra-UE: l’assenza o la carenza di controlli e l’uso di alcune sostanze in quantità superiori alla media, può comportare dei danni al nostro corpo. Ad esempio nella colla per ciglia, non un vero e proprio cosmetico ma che comunque viene a contatto con una parte delicata del viso come le palpebre, ci può essere formaldeide, che dovrebbe non esserci nei cosmetici ma solo in prodotti come gli smalti per le unghie.
Altri prodotti potenzialmente dannosi possono essere contenuti nelle salviette per bambini, che possono provocare dermatiti: a volte non si tratta di sostanze proibite, ma le quantità spesso fanno la differenza.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Maggio 2018, 18:51
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