I baby bulli terrorizzavano i Castelli: «Case bruciate e finte rapine». I genitori pagavano per evitare le botte ai figli

I baby bulli terrorizzavano i Castelli: «Case bruciate e finte rapine». I genitori pagavano per evitare le botte ai figli
I Carabinieri della Stazione di Grottaferrata hanno smantellato una banda di bulli capeggiati da un 16 enne. Il gruppo era composto da sei ragazzi, due 19enni, due 26enni, un 17enne e il citato 16enne. Agiva incutendo timore e paura nei giovani dei Castelli Romani, con veri atti di bullismo, talvolta imitando atteggiamenti da «boss».

Baby gang, minacce di morte a un 13enne: «Ritira la denuncia o ti ammazzo di botte»

Le loro «scorribande» erano di dominio pubblico e molte azioni censurabili penalmente, non venivano denunciate dalle vittime, per lo più minorenni e neanche dai loro genitori, per paura di ritorsioni da parte dei componenti della famigerata banda. Gli episodi denunciati e quelli non denunciati, avevano creato un allarme sociale e alcuni componenti della banda, forse credendosi impunibili per le mancate denunce, non si sono più accontentati di azioni di «bullismo», ma hanno cominciato a picchiare o aggredire i loro coetanei, solo perché si erano trovati sulla loro strada.

Marco, 22enne down, e i video contro il bullismo: "Non abbiate paura". Ed è già un idolo

IRRUZIONE IN UN LICEO Un caso eclatante è stata la violenta intrusione da parte di 5 componenti del gruppo, all'interno del Liceo Touschek di Grottaferrata, nel febbraio 2017, mentre 500 (cinquecento) studenti del liceo stavano festeggiano, creando disordini all'ordine e alla sicurezza pubblica. Nella circostanza, alcuni studenti sono stati picchiati dal «gruppo», tanto da dover ricorrere al pronto soccorso sono stati danneggiati anche alcuni locali della scuola e nel parapiglia, sono stati asportati anche due giubbotti.

Michele, suicida a 17 anni. La mamma: "Colpa dei bulli. Preso in giro anche al funerale"

BOTTE PER LA DROGA Altri episodi sono stati denunciati e nel contempo i Carabinieri della Stazione di Grottaferrata hanno monitorato il «gruppo», identificando ed assegnando ad ognuno dei componenti il relativo ruolo. Un concreto epilogo ed un proficuo riscontro, si è ottenuto quando una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Grottaferrata, nel transitare in Piazza de Gasperi, notava un minore con il volto insanguinato. Immediatamente soccorso, il minore riferiva ai Carabinieri che un suo conoscente (poco più grande di lui), spalleggiato da un complice, lo aveva picchiato, nei pressi di un pub di Grottaferrata, per futili motivi. Successivamente, si è appurato che il motivo del «pestaggio» era dovuto al fatto che al minore, alcuni componenti della banda, avevano affidato quantitativi di «droga» da spacciare e per cui aveva trattenuto parte del ricavato dell'illecita attività.

LE FINTE RAPINE I giovani, forse inconsapevoli «pusher», una volta entrati «nel giro», loro malgrado, dovevano sottostare alle imposizioni della «banda» e di volta in volta minacciati se non consegnavano correttamente il guadagno dello spaccio. In un caso, un minore venne costretto, mediante minacce di un «pestaggio», a derubare i genitori di oggetti in oro, custoditi nella cassaforte di casa, simulando un furto. Il guadagno (dal valore di migliaia di euro) dell'oro venduto o meglio «svenduto», a negozianti di compro oro disonesti e compiacenti, venne consegnato ai vari componenti della banda.

"TI BRUCIO CASA" In alcuni casi, i componenti della banda hanno minacciato di bruciare casa a coloro i quali non pagavano il debito che avevano maturato con la vendita della droga, anche in questi casi ceduta «in conto vendita». A volte, i minori, per questi «debiti» ed impauriti delle minacce e violenze subite, chiedevano aiuto ai propri genitori, affinché pagassero i debiti di droga ai fornitori, per essere salvati dai «pestaggi». Risulta infatti che alcuni genitori hanno pagato questi «debiti di droga» dei loro figli.

IL CAPO ERA UN 16ENNE Le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Grottaferrata, anche con l'utilizzo di intercettazioni telefoniche, coordinate dalla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Velletri e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, hanno permesso di confermare l'esistenza di questa banda, formata da ragazzi minorenni o poco più che maggiorenni e capeggiata da un 16 enne, che oltre a compiere atti di bullismo, avevano messo in atto un sodalizio criminoso che con l'uso sistematico e reiterato della violenza, facevano spacciare stupefacenti a minori per loro conto che dovevano poi consegnare il ricavato prestabilito. 

Ai minori, i Carabinieri hanno notificato un'ordinanza di applicazione della misura cautelare della permanenza in casa, emessa dal Gip del Tribunale per i Minorenni, poiché imputati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, di estorsione aggravata, lesioni personali aggravate e violenza o minaccia in concorso. A carico dei maggiorenni, sono state emesse misure cautelari coercitive del divieto di dimora in Grottaferrata e Frascati, con obbligo di presentazione in caserma dai Carabinieri.

A conclusione dell'attività investigativa, sono state emesse misura cautelari di permanenza a casa contro i minori, poiché imputati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, di estorsione aggravata, lesioni personali aggravate e violenza o minaccia in concorso. Mentre a carico dei maggiorenni, sono state emesse misure cautelari coercitive del divieto di dimora in Grottaferrata e Frascati, con obbligo di presentazione ai Carabinieri. Nel corso della esecuzione delle misure, i Carabinieri hanno eseguito delle perquisizioni locali, che hanno permesso di sequestrare ulteriore droga, che avvalora ancora più, l'attività illecite poste in essere dal gruppo criminale. Importante per l'indagine la collaborazione delle «vittime» e dei loro genitori.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Aprile 2018, 13:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA