Pamela uccisa con due coltellate: "Forse gli indagati hanno paura del colpevole". L'ombra dei crimini rituali

Pamela uccisa con due coltellate: "Forse gli indagati hanno paura del colpevole". L'ombra dei crimini rituali
Due coltellate al fegato ed un colpo alla testa. Sarebbe morta così Pamela Mastropietro, secondo indiscrezioni legate ai risultati dell’autopsia sul corpo della 18enne uccisa e fatta a pezzi, e nascosta in due trolley, a Macerata qualche giorno fa.

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Quello che è successo alla ragazza, secondo quanto afferma il Messaggero questa mattina, sembrerebbe rimandare ai crimini tribali diffusi nei villaggi della Nigeria. E proprio nigeriani sono i quattro uomini fermati per l’omicidio e l’occultamento di cadavere di Pamela. «In questa vicenda molte cose non tornano. La dissezione è stata fatta da una persona esperta, la pulizia di casa e cadavere è molto accurata - spiega l'avvocato Gianfranco Borgani, che difende Desmond Lucky, uno dei fermati - Perché allora lasciare a vista il trolley con i resti del corpo e non gettarli sotto un ponte?».

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Dietro questo giallo, forse un'altra persona, qualcuno di cui magari i quattro fermati avrebbero paura, e quindi non parlano per timore di ritorsioni nel loro Paese. «Forse siamo di fronte a una sorta di rito», spiega il legale. In Nigeria sono all'ordine del giorno i casi di rapimenti o di omicidi per smembrare e vendere organi, o parti del corpo. Quello che sembra quasi sicuro è che il quarto nigeriano indagato non dovrebbe essere coinvolto nel delitto, avendo avuto con gli altri tre solo contatti telefonici: contro di lui non ci sono le prove che sono contestate invece a Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima, che si trovano da sabato in stato di fermo.


Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Febbraio 2018, 16:41
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