Chiara Lalli: "Col mio libro spiego i mitomani social, siamo tutti Manuel Fantoni"

Chiara Lalli: "Col mio libro spiego i mitomani social, siamo tutti Manuel Fantoni"

di Mario Fabbroni
Ci sono il cialtrone, il mentitore patologico, l'affabulatore, il narciso, l'odiatore da tastiera, l'ossessionato dai social network, lo stalker, l'autore di fake news, l'adolescente mai cresciuto, il troll Ma anche l'opinionista ignaro, il potenziale picchiatore, il mitomane da funerale, il perfezionista. 

Chiara Lalli (giornalista, bioeticista e saggista) è autrice di un libro sulla figura dei mitomani nell'éra social che certamente spunterà spesso quest'estate sotto l'ombrellone. Basta solo il titolo per scatenare schiere di italiani da specchio delle mie brame: Non avrai altro Dio all'infuori di te, sottotitolo Siamo tutti Manuel Fantoni (edito da Fandango), di cui proprio Carlo Verdone ha scritto l'introduzione. 

Il narcisismo e la mitomania sono quindi diventati la cifra della contemporaneità? 
«È aumentata tanto la nostra tendenza ad amarci tantissimo - spiega Chiara Lalli -. La colpa è soprattutto dei social, che hanno trasformato un uditorio finora solitamente confinato alle (poche) conoscenze dirette in una platea sconfinata e in gran parte sconosciuta ma che fa gonfiare molto il petto». 

Il mitomane moderno quindi si è scoperto essere una specie di story telling?
«Sono sempre esistiti i raccontatori di fandonie: nel libro, ad esempio, si raccontano le gesta di giornalisti mitomani e cialtroni (ma bravissimi, come Stephen Glass e Jayson Blair), il glorioso inganno di Lance Armstrong, fino al recidivo Anthony Weiner. Si smaschera la mitomania degli haters, overo gli odiatori di professione, il culto della personalità di medici e psichiatri (uno fra tutti il guru psichiatrico Massimo Fagioli morto recentemente), fino al racconto esilarante dell'attrice Barbara Livi cui la gente chiedeva consigli medici perché il suo personaggio in una fiction era una dottoressa». 

Ma quando il mitomane viene smascherato, cosa gli accade? 
«Dipende dal danno che provoca agli altri. In genere trova sempre chi lo difende, il meccanismo dell'eroe osteggiato funziona». 

Siamo tutti Manuel Fantoni....
«Direi di sì. Soprattutto se il mitomane ha quei tratti di tenerezza e fragilità come i personaggi di Carlo Verdone». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Giugno 2017, 08:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA