Legge elettorale a rischio, voto segreto sulle preferenze: M5S le vuole, FI non ci sta

Legge elettorale a rischio, voto segreto sulle preferenze M5S, nuova consultazione

di Marco Conti
Le contorsioni in atto interne ai partiti erano messe nel conto ma quelle sulle preferenze rischiano di far saltare l'accordo. L'emendamento del M5S verrà votato a scrutinio segreto e con i voti di Mdp e centristi rischia di passare. Se così sarà Forza Italia farà saltare l'intesa.

Prima del voto finale del provvedimento (che dovrebbe essere previsto lunedì) i grillini consulteranno nuovamente la loro base per valutare la compatibilità del disegno di legge con i loro prioncipi, su tutti preferenze e voto disgiunto. Se la consultazione non basterà, toccherà ai vertici di M5S trarre le conclusioni.

In questi giorni a Montecitorio come a palazzo Madama, è tutto un far di conto su collegi, soglie e posti in lista. Molti degli uscenti fremono per la ricandidatura e le tensioni si scaricano sul dibattito. Oggi si inizia a votare il sistema elettorale simil-tedesco e si vedrà già dai primi voti segreti se e come l'accordo tiene.

Nel frattempo il dibattito si è anche spostato sulla data del voto. Lo scioglimento del Parlamento spetta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che non intende affrontare ufficialmente l'argomento mentre il Parlamento discute. Trapela comunque dal Colle una certa soddisfazione per la volontà delle quattro maggiori forze politiche, Pd, M5S, FI e Lega di dar seguito all'invito a dotare il Paese di una legge elettorale fatto dallo stesso Mattarella subito dopo l'incontro avuto con i presidenti di Camera e Senato Boldrini è Grasso.

Resta da vedere se l'accordo reggerà alla prova dell'aula di Montecitorio che dovrebbe passare i testo al Senato entro la settimana. Il varo definitivo delle legge elettorale dovrebbe avvenire nella prima decade di luglio. Poi la palla passerà al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che dovrà valutare se andare avanti o prender atto che in Parlamento non ci sono più le condizioni per andare avanti e bussare alla porta del Quirinale. 

Sarà Mattarella a valutare, sentiti i presidenti delle Camere, l'opportunità di far proseguire o meno la legislatura. Ciò che comunque trapela in queste ore dal Quirinale è che non c'è da aspettarsi un ruolo attivo da parte del Presidente. Ovviamente la conclusione a scadenza della legislatura è l'opzione preferita, ma se le forze politiche indicheranno chiaramente la fine di questa legislatura, un voto a settembre, probabilmente il 24, diminuirebbe il rischio dell'esercizio provvisorio lasciando al nuovo governo e al nuovo Parlamento la responsabilità della legge di Bilancio.

Il percorso aiuta Matteo Renzi a cancellare le impronte digitali dalla richiesta di voto anticipato che arriverebbe a pochi mesi dalla scadenza naturale e sull'onda di una legge elettorale approvata a larghissima maggioranza.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2017, 16:16
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