La psicologa Cialdella: "Difficile applicare la sentenza che limita le foto dei minori sui social, la società è cambiata"

La psicologa Cialdella: "Difficile applicare la sentenza che limita le foto dei minori sui social, la società è cambiata"

di Lorena Loiacono
Niente foto dei figli minorenni sui social se uno dei genitori non è dʼaccordo. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Mantova, intervenuto in una querelle tra coniugi separati: il papà non voleva che la ex moglie pubblicasse le foto del figlio minore su Facebook. Il giudice ha stabilito che ha ragione l’uomo, nel rispetto della privacy e della sicurezza del bambino.  

Ma ora è necessario capire la norma nella sua applicazione nella realtà. Lo chiediamo alla psicologa e psicoterapeuta Maddalena Ciadella, presidente di Aires onlus. 



Che cosa implica questa sentenza?
“La sentenza ovviamente è giusta: il giudice si concentra sull’utilizzo delle foto. Sappiamo che pubblicando le foto sui social le spediamo nell’infinito dove possono essere usate e manipolate da chiunque. Però questo comporta una grande limitazione alla nostra libertà”

In che senso?
“Viviamo in una società complessa e pericolosa che ci toglie delle libertà. Dall’11 settembre in poi e dall’avvento dei social siamo tutti meno liberi, la nostra sicurezza comporta un’enorme restrizione. E’ una cosa che ci tocca da vicino è un enorme disvalore”. 

In questo caso?
“Nel caso di una separazione serve il consenso dell’altro genitore, il giudice infatti ha chiamato entrambi i genitori alla tutela del minore da eventuali terribili conseguenze”.

Sarà semplice rispettare la sentenza?
“Va stabilito che cosa accade se la mamma pubblica la foto con il figlio in braccio. Non può farlo? Fino a che punto si estende il divieto? Impossibile evitare che una mamma pubblichi una sua foto con il figlio. Mi sembra complessa l’attuazione del divieto”.

E i minori? Che cosa ne pensano?
“Andrebbe prima stabilito che cosa intendiamo per minore. Il termine riguarda una fascia d’età che va da zero a 17 anni. Gli adolescenti vivono anche di queste cose e un divieto simile diventa una limitazione molto forte, sarebbe controproducente. Si rischia di far sentire un ragazzo fuori dal giro dei suoi coetanei e di fargli subire la pesantezza del sentirsi diverso”.

Come dovrebbe comportarsi una coppia di genitori?
“E’ auspicabile che ci sia un accordo tra genitori nelle regole che riguardano i figli, sia minori che maggiorenni. Rientra nell’input educativo per i figli, del resto anche l’uso dei social fa parte dell’impronta educativa come tutte gli altri problemi”.

E’ giusto rivolgersi a un giudice per questo motivo?
“Una sentenza così rigida esce proprio da un conflitto esagerato. Se un giudice viene chiamato a dare una sentenza su una questione simile, deve necessariamente andare ad incardinarsi anche nelle più piccole sfumature. E’ evidente che in una situazione simile servono regole certe, chiare e definite”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Novembre 2017, 22:44
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