Troppi under 18 sugli altri social,
Facebook cerca di attirarli con lo slang
di Alessio Caprodossi
L’ultimo brevettato è il software che analizza singole parole rilasciate tra post e commenti per catturare neologismi tipici del linguaggio giovanile. Espressioni inedite, acronimi, abbreviazioni e modi di dire sono l’obiettivo del social network, che per svecchiarsi intende aprire le porte ai termini più in voga tra i ragazzi per renderli popolari proprio grazie alla condivisione via Facebook.
Ogni parola intercettata sarà confrontata con il relativo significato e poi inserito in un dizionario in costante divenire, con gli utenti che potranno sbizzarrirsi a utilizzare e spiegarne le interpretazioni dei nuovi lemmi. Quelle meno usate saranno eliminate in automatico, mentre luogo geografico e lingua saranno elementi distintivi per supportare i più popolari.
Premesso che da Menlo Park non sono arrivate dichiarazioni per smentire o confermare la notizia rilanciata dal sito Usa Business Insider (sul fatto che il social network potrà sfruttare il nuovo sistema per agevolare la scrittura intuitiva dei post suggerendo i nuovi termini), tra le ipotesi non possono essere esclusi eventuali servizi innovativi concepiti da Zuckerberg e soci.
Di sicuro c’è che è proprio Facebook il maggiore volano per la rapida diffusione di neologismi, sinonimi, sigle e massime dialettali: da noi è recente il caso dell’aggettivo “petaloso” inventato a 8 anni dal piccolo Matteo e riconosciuto dall’Accademia della Crusca.
Chissà che a breve l’istituzione linguistica italiana non sia al fianco di Facebook per decidere le social voci degne di entrare nel prossimo vocabolario della lingua italiana.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Marzo 2016, 08:45
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