Troppi under 18 sugli altri social,
Facebook cerca di attirarli con lo slang

Troppi under 18 sugli altri social, Facebook cerca di attirarli con lo slang

di Alessio Caprodossi
Prima le faccine alternative al “mi piace” e ora un glossario con lo slang utilizzato dagli adolescenti. Prosegue così l’operazione ringiovanimento di Facebook che, dinanzi alla fuga degli under 18 verso Snapchat, Instagram e altri social network (3,5 milioni di ragazzi, solo negli Usa, hanno abbandonato la bacheca blu tra il 2011 e il 2013), sperimenta nuovi metodi basati sull’intelligenza artificiale.

L’ultimo brevettato è il software che analizza singole parole rilasciate tra post e commenti per catturare neologismi tipici del linguaggio giovanile. Espressioni inedite, acronimi, abbreviazioni e modi di dire sono l’obiettivo del social network, che per svecchiarsi intende aprire le porte ai termini più in voga tra i ragazzi per renderli popolari proprio grazie alla condivisione via Facebook.

Ogni parola intercettata sarà confrontata con il relativo significato e poi inserito in un dizionario in costante divenire, con gli utenti che potranno sbizzarrirsi a utilizzare e spiegarne le interpretazioni dei nuovi lemmi. Quelle meno usate saranno eliminate in automatico, mentre luogo geografico e lingua saranno elementi distintivi per supportare i più popolari.

Premesso che da Menlo Park non sono arrivate dichiarazioni per smentire o confermare la notizia rilanciata dal sito Usa Business Insider (sul fatto che il social network potrà sfruttare il nuovo sistema per agevolare la scrittura intuitiva dei post suggerendo i nuovi termini), tra le ipotesi non possono essere esclusi eventuali servizi innovativi concepiti da Zuckerberg e soci. 

Di sicuro c’è che è proprio Facebook il maggiore volano per la rapida diffusione di neologismi, sinonimi, sigle e massime dialettali: da noi è recente il caso dell’aggettivo “petaloso” inventato a 8 anni dal piccolo Matteo e riconosciuto dall’Accademia della Crusca. 

Chissà che a breve l’istituzione linguistica italiana non sia al fianco di Facebook per decidere le social voci degne di entrare nel prossimo vocabolario della lingua italiana.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Marzo 2016, 08:45
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