Francesco Totti show a Che Tempo Che Fa da Fazio: «Io imperatore di Roma? Così me metti l'ansia...»

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di Simone Pierini
«Io imperatore di Roma? Così me metti l'ansia». Un vero e proprio show quello di Francesco Totti a Che Tempo Che Fa in onda stasera su Rai Uno. Ospite di Fabio Fazio, l'ex capitano giallorosso è un vero mattatore a suon di battute in stile romano. L'occasione è il lancio del suo primo libro autobiografico scritto da Paolo Condò «Un Capitano».

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Momenti esilaranti alternati a racconti d'infanzia, aneddoti sconosciuti anche ai più esperti tifosi della Roma. Con la sua solita genuinutà, l'ex n.10 giallorosso non si sottrae a nessuna domanda. «Speravo che una volta smesso di giocare sarebbe stato più semplice, invece forse è peggiorata...foto, autografi, ovunque vai non c'è un attimo di libertà», parlando del suo essere sempre braccata in strada dai suoi fan. 
 
 
Sull'addio al calcio, quel 28 maggio, e il discorso davanti a uno stadio Olimpico strapieno. «Sapevo che era la fine di una carriera che ho sempre voluto trascorrere a Roma. Il Real Madrid? C'è stato un periodo in cui c'erano buoni propositi per andarmene poi il cuore e la testa hanno fatto sì che scegliessi la Roma per sempre. Mi posso reputare un ragazzo fortunato, anche non vincendo tanto. Con Ilary già ne parlavamo un mese prima, volevo fare una cosa diversa, semplice. Poi le ho chiesto di aiutarmi e ci siamo messi là, volevo esternare a tutti il mio amore per quella maglia. La leggevo, piangevo e dicevo 'cavolo che fai piangi quando stai da solo?'. Poi arrivavano Chanel e Cristian e provavo a far finta di niente». 
 
Da piccolo non cresceva e veniva scartato dalle prime squadre di calcio. «All'inizio nessuno voleva giocare con me, perché ero troppo piccolo, mamma mi dava la pappa reale per crescere, che schfo». Poi prendendo spunto dal libro due aneddoti simpatici, la vista in carcere e il frate cappuccino. «Andai in visita al carcere e facevamo il giro delle celle, tutti contentissimi. C'era un ragazzo che urlava 'io, io, io' e voleva a tutti i costi farsi la foto con me. Sono venuto a sapere che lui una settimana prima doveva uscire e ha chiesto il permesso di rimanere una settimana in più perché sapeva che saremmo andati lì. Anche perché gli ha detto: 'Se mi fate uscire, faccio un casino e torno dentro».
 
 

E il frate cappuccino? «Eravamo in un ristorante a Testaccio, arriva la voce che ero al ristorante e l'unico modo per scappare era arrampicarci dall'altra parte dove ci sono i frati cappuccini. Abbiamo dovuto scavalcare e buttarci dall'altra parte senza sapere cosa ci fosse». Il pallone era il suo peluche. «A 8 mesi ho iniziato a camminare a Porto San Giorgio e lo facevo sempre col pallone vicino al piede...ci sono certe 'breccole' così. La mia famiglia è stata la mia fortuna, mi hanno dato tanti insegnamenti». 
 
 
Sul gesto di fair play del figlio Cristian, che ha rinunciato a un gol per soccorrere il portiere infortunato. «Ha fatto quello che deve fare un ragazzo - dice orgoglioso - io però avrei segnato e sarei andato dal portiere dopo», scatenando le risate del pubblico in studio.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Settembre 2018, 14:10
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