Mogol: «Il web vuole rubare i diritti agli artisti»

Mogol: «Il web vuole rubare i diritti agli artisti»

di Paolo Travisi
Per Mogol “il talento ce l'hanno tutti, ma va coltivato”. L'autore di canzoni immortali della musica italiana, da anni aiuta giovani musicisti e cantanti, a scovare quel talento. Nel 1992 ha fondato il CET, riconosciuto dalla prestigiosa Berklee College of Music di Boston, tra le scuole di musica più importanti al mondo. Quest'anno, a capo della giuria del Tour Music Fest, il più grande concorso europeo per emergenti, ha ascoltato migliaia di partecipanti. Vincitore del contest, un rapper pugliese, di nome AM.
Nella sua scuola non insegna solo musica?

Prima l'uomo, poi l'artista è la nostra missione. Abbiamo diplomato 2700 allievi, per 26 anni ho insegnato gratis. La scuola è il regalo che ho voluto fare al paese in un momento di recessione nella cultura popolare, da cui dipende l'evoluzione della gente.

I talent spingono sulla competizione. E' positivo per i giovani?

Loro fanno spettacolo e non possiamo pretendere che migliorino le condizioni di chi canta. A volte il pubblico sceglie il personaggio con la voce più potente. Il pop non è cantare forte, ma saper emozionare, se ci riescono sono bravi interpreti, altrimenti no.

E' uscito l'album di Mina, un omaggio alle sue canzoni. L'ha ascoltato?

Il disco è buono, c’è un'edizione nuova di Tempo di morire che mi è piaciuta molto, perché Mina ha cantato come avrei voluto, lei mi conosce e forse l'ha fatto per questo.

Degli anni con Lucio Battisti cosa le manca di più?

La possibilità di lavorare insieme. Ci sono stati altri momenti creativi importanti con Gianni Bella, Mango, Cocciante, ma se fosse vivo mi piacerebbe scrivergli qualche altra canzone.

Sta per debuttare anche nell'opera lirica con La capinera?

Ho scritto le liriche delle romanze. E' un'opera apprezzata dai direttori d'orchestra più importanti del mondo, in scena il 9 dicembre a Catania e sono convinto che girerà in molti paesi. Gianni Bella è l'autore della musica.

Lei è Presidente della Siae, un ruolo scomodo. Perché ha accettato?

Perché la Siae è attaccata da tutte le parti. Le piattaforme digitali stanno spendendo milioni in lobby per non pagare il diritto d'autore. Anch’io, dopo tutto quello che ho fatto per la musica, sono stato attaccato. Ho destinato i soldi guadagnati coi diritti per costruire la scuola, c’è da vergognarsi. Ma se cercano di farmi mollare, si sbagliano, non ho paura di nessuno e potrei anche far partire denunce per diffamazione.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Dicembre 2018, 08:37
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