Paolo Virzì: “Giustissimo candidare 'Fuocoammare'
agli Oscar. La Raggi? Incompetente e presuntuosa”

Paolo Virzì: “Giustissimo candidare 'Fuocoammare' agli Oscar. La Raggi? Incompetente e presuntuosa”

di Ilaria Ravarino
Di ritorno dagli Stati Uniti, dove ha finito di girare con Helen Mirren e Donald Sutherland The Leisure Seeker, adattamento cinematografico del romanzo di Michael Zadoorian, Paolo Virzì era a Berlino come ospite eccellente dell'Italian Film Festival.

A 15 anni da My name is Tanino, come sono cambiati gli italiani all'estero?
«Sono cambiati sia l'Italia sia il flusso delle persone all'estero. Allora mi sembrava che la comunità di italoamericani avesse ancora quegli elementi stereotipici degli italiani anni 50: folkloristici, buffi, con accenti improbabili. Oggi, quando presento i miei film in altri paesi, sempre più spesso incontro quella che dovrebbe essere la crema delle intelligenze del nostro paese. Da una parte provo orgoglio, dall'altra mi ferisce. È come se stessimo perdendo il meglio».

Disse di non amare Grillo, ma di provare simpatia per il popolo degli arrabbiati. È ancora così?
«Sì, nel senso che provo compassione per chi si sente frustrato, escluso e senza prospettive. La mia simpatia finisce nel momento in cui vedo persone inadeguate assumere ruoli importanti con un'attitudine sprezzante e arrogante. È il caso della neosindaca di Roma, che evidentemente non ha gli strumenti per ricoprire quel ruolo delicatissimo, e che non sembra avere l'umiltà e il sentimento di complessità che richiede la gestione di una città così complicata. Esibire solo una specie di patente di presunta purezza rispetto all'impuro mondo che l'avrebbe preceduta mi pare sia un atteggiamento irrazionale e pericoloso. Ma l'irrazionalità non è solo italiana».

Si riferisce agli Usa?
«Più in generale è un sentimento che percorre tutto il mondo benestante, che si sente assediato da quella parte di mondo che invece è disperata, e teme di perdere prospettive e sicurezze. E risponde in modo irrazionale. Dopo quattro mesi in America mi rendo conto che anche là basta una frase, ci siamo stufati dei politici, per rendere possibile l'elezione a presidente di una persona che è un bugiardo patologico, un miliardario che ha evaso il fisco e che non ha alcuna dote civile per ricoprire la carica cui ambisce».

Quel mondo disperato è al centro di Fuocoammare, candidato italiano agli Oscar. E d'accordo con la nomina?
«Per me è una scelta giusta e di profilo molto alto, è un film bellissimo e poetico. Stimo tantissimo Rosi. È un regista che ha firmato dei capolavori, ha vissuto negli Usa, ha ricevuto a Berlino l'Orso d'oro dalle mani di Meryl Streep. Ha il cursus honorum e il talento giusto per fare tutto al meglio».

Ha girato The Leisure Seeker negli Usa, da un romanzo americano e con un cast interamente anglofono. Che tipo di esperienza è stata?
«Intensa ed eccitante. Ma credo che alla fine si tratti sempre di un mio film, che mescola gioia e dolore, desiderio di felicità e destini tragici, ironia e dramma, ma con un paesaggio nuovo e un'umanità che non è solo italiana».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Ottobre 2016, 09:27
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